(19 maggio 2009)
Carissimi amici, buona sera a tutti.
Vi abbraccio e vi ringrazio di cuore della vostra presenza.
Siamo al nostro terzo comizio elettorale, dopo il primo di apertura ad Alife e il secondo di ieri sera nella frazione di Totari. Questa sera la Lista Vivi Alife si presenta a Voi di questa ridente frazione di San Michele, parlando del nostro futuro e, soprattutto, del futuro dei nostri figli.
L’ho già detto ad Alife, l’ho ripetuto a Totari e lo confermo stasera: mi auguro una campagna elettorale fattiva, concreta e soprattutto garbata. Spero anche in comizi elettorali entusiasmanti, appassionati…. ma sempre e solo con riferimento a temi amministrativi e politici, senza mai cadere nell’offesa personale o familiare.
Prima di presentarvi i singoli Candidati della Lista Vivi Alife – della quale mi onora essere il candidato Sindaco – sento di dovervi fare una brevissima introduzione per spiegarvi il ‘significato’ del nostro impegno. Voglio dirvi, cioè, da dove siamo partiti e, soprattutto, dove vogliamo arrivare.
E’ da alcuni anni che sono convinto di una cosa: Alife ha bisogno di un deciso cambiamento del modo di fare amministrazione. Due anni fa – esattamente poco prima di Natale del 2007 – è apparso sui muri di Alife un manifesto. Si intitolava “Persi in un perverso gioco di ipocrisie”. Il manifesto era una pubblica denuncia di un “Cittadino di Alife” – il sottoscritto – sulla cattiva amministrazione comunale, di tutto il Consiglio comunale (maggioranza e minoranza). Nel manifesto spiegavo che l’inceppo del nostro convivere stava nell’essere amministrati da una Maggioranza sorda, incapace di ascoltare le esigenze della popolazione, e da un’Opposizione muta, a significare che le cose vanno a dovere, secondo il celebre detto: chi tace acconsente!
Come padre di figli che frequentano le scuole di Alife, pensavo che quel manifesto avrebbe svegliato la Maggioranza nel dare ascolto alla voce di quel Cittadino e rispondere alle sue lamentele. Speravo pure che il manifesto avrebbe spinto la Minoranza a prendersi cura della protesta di quel Cittadino.
E invece che cosa è successo? Nulla. Il silenzio assoluto.
Nessuno ha avvertito la sensibilità o il dovere di rispondere, per concordare o anche solo per rimproverare quel Cittadino che lamentava il cattivo servizio della Mensa scolastica, uno dei tanti disservizi comunali.
Di quel manifesto ho discusso ampiamente con il Sindaco, con Roberto Vitelli. Ma l’anno dopo, cioè a settembre di quest’anno, il disservizio si è puntualmente ripetuto. Ho sollecitato personalmente alcuni dei Consiglieri di minoranza chiedendo aiuto ed intercessione nei confronti della Maggioranza nel risolvere il problema del servizio mensa. Ho trovato solo porte chiuse.
Questo silenzio ha confermato la tesi che proponevo nel manifesto, la tesi di una comunità – la nostra di Alife – amministrata da una Maggioranza sorda e da un’Opposizione muta. Quella stessa Maggioranza e quella stessa Minoranza che oggi, con incredibile coraggio, si sono ricandidate a chiedervi la fiducia elettorale!
Questo menefreghismo, da parte sia della Maggioranza che dell’Opposizione, mi ha convinto di una cosa: Alife ha bisogno di un impegno amministrativo tutto nuovo. C’è bisogno di respirare aria nuova, aria pulita. C’è bisogno di un segnale netto di discontinuità con il passato. C’è bisogno di cambiare, di volti nuovi, di idee nuove.
Da mesi circolava la voce di 2 liste in programmazione per questa tornata elettorale: una con candidato Sindaco Fernando Iannelli, in continuità dell’amministrazione di Roberto Vitelli (dunque appartenente alla Maggioranza uscente); l’altra con candidato Sindaco Alfonso Santagata (dunque appartenente alla Minoranza uscente) dopo la fantasiosa ed artificiale fusione del gruppo dei Cappellani con quello di Gianni Zeppetelli.
Senza la mia candidatura, senza la Lista Vivi Alife amici miei, che risultato elettorale avrebbe avuto il voto del 6 e 7 giugno? Avrebbe prodotto un’amministrazione fotocopia degli ultimi cinque anni, con una Maggioranza sordomuta e una Minoranza altrettanto sordomuta. Avesse vinto il gruppo di Iannelli o quello di Santagata, le cose sarebbero cambiate poco: nel Consiglio comunale avrebbero preso posto gli stessi e soli Consiglieri degli ultimi cinque anni.
Questa è dunque la ragione del perché ho deciso la nascita di Vivi Alife e della terza Lista: per offrire una via d’uscita al ripetersi dell’amministrazione degli ultimi anni; per dare una speranza di cambiamento a chi è stanco della politica degli ultimi tempi. Vivi Alife è la sola e vera “alternativa” per il futuro della nostra amministrazione comunale. Le altre Liste sono una “restaurazione” dei gruppi di Maggioranza e Minoranza che ci hanno governato gli ultimi cinque anni. Li conosciamo i loro Candidati; molti hanno già amministrato o sono stati comunque dietro le quinte di altri amministratori. Non meritano più la conferma in un ruolo che hanno svolto maldestramente negli ultimi anni.
Per questo vi chiedo di votare compatti il simbolo del germoglio nascente, la Lista Vivi Alife, senza spartire le preferenze tra amici, parenti e conoscenti delle altre Liste. Il voto è qualcosa di strettamente personale: è dare fiducia a una persona, e per mezzo di essa, a un gruppo, ad una Lista. Se però quel gruppo, quella Lista non offre una garanzia di buona amministrazione, diventa sprecato votare la fiducia al “singolo” che, da solo, non potrà mai sostituirsi al gruppo, alla Lista. Il voto non può essere oggetto di scambio per un favore; né può essere visto come segno di riconoscenza, di amicizia, di parentela: il voto è l’espressione massima della nostra libertà. Ed è con libertà, cioè senza alcun condizionamento di favoritismi, di amicizia o di parentela che deve essere espresso alla Lista che più risponde all’interesse del bene collettivo e della Città.
Il nostro credo, amici miei, il credo della Lista Vivi Alife non è strettamente politico-partitico. Lo abbiamo messo per iscritto e reso pubblico con il manifesto di “Appello alla Città” del 9 aprile scorso e poi con la successiva dichiarazione del 7 maggio.
Il nostro modo di fare politica locale va oltre la logica dell’appartenenza (familiare o di partito) e punta ai bisogni di “tutti”, non dei “singoli”. Il nostro modo di fare politica non risponde agli ordini di nessuna scuderia di partito. A noi interessa soltanto dare ad Alife una “buona amministrazione” per servire la Città, intesa come “comunità di persone”. La “persona”, il cittadino, deve ritornare al centro della vita e dell’interesse degli amministratori. Non vi promettiamo miracoli, né posti di lavoro od opere di impossibile realizzazione: ma vi do la mia parola che tutto questo sarà la naturale conseguenza di un’amministrazione ordinaria fatta straordinariamente bene.
Alife ha bisogno di rinnovamento della gestione amministrativa. Un “rinnovamento” che deve stare soprattutto nel modo di pensare la politica e di fare amministrazione, desiderando il bene collettivo e non quello personale.
Vi prego di guardare i nomi dei Candidati delle altre Liste: secondo Voi c’è rinnovamento in chi ha sposato la logica di un sistema partitico che tutto impone? E vi chiedo ancora: dove sta il rinnovamento in una Lista che ha tra i Candidati persone che hanno taciuto quando sono state nel Consiglio comunale, senza opporsi e senza proporsi per cinque lunghissimi anni? Dove sta il rinnovamento in una Lista che ha tra i Candidati un gruppo di “emigranti” che hanno valicato il confine della loro tradizionale appartenenza partitica?
Il rinnovamento, cari amici, siamo noi. Solo e soltanto noi. Gli amici delle altre Liste propongono un’alternanza, non un’alternativa. Loro, tutti loro, hanno cambiato casacca e vogliono farci credere di volere rinnovare l’amministrazione comunale.
L’alternativa è il rinnovamento che propone Vivi Alife. Non abbiamo casacche noi, ma soltanto il sacrosanto impegno di lavorare solo ed esclusivamente per il bene di tutti, per il bene di Alife.
Guardate i nostri manifesti: ci abbiamo messo tutti la nostra “faccia”. Lo abbiamo fatto insieme, senza paura, perché non abbiamo nulla da nascondervi. Ci guardiamo negli occhi oggi, e vogliamo farlo anche domani – a Dio piacente! – senza paura di un giudizio insano per il nostro modo di gestire l’amministrazione comunale.
LA SQUADRA
Passo adesso a presentarvi la Squadra di Vivi Alife. L’avventura di formare una lista è un’esperienza straordinaria. Ad Alife, poi, tutto diventa eccezionale. Ho scoperto che tra gli alifani ci sono persone che pensano di avere il diritto di candidarsi solo perché sono “portatori di voti”.
Per formare la lista Vivi Alife ho preferito guardare in un’altra direzione. Non ho cercato i “portatori di voti”, ma persone “portatori di idee”. Perché, oltre a puntare a vincere le elezioni, il mio desiderio è quello di portare sul Comune un gruppo che sappia bene amministrare il Paese.
1. Amicarelli Maurizio
2. Angelillo Alessandra
3. Bergamin Marco
4. Del Basso Antonio
5. Di Lauro Nicola
6. La mascotte Di Matteo Giuseppe
7. Fappiano Angelo
8. Farina Bernardino
9. Fiorillo Pasquale
10. Guadagno Giovanni
11. Melillo Annunziata
12. Meola Maria
13. Nisio Daniela
14. Pece Daniela
15. Rao Giuseppina
16. Vetere Marisa
IL NOSTRO PROGRAMMA
Io e questa splendida Squadra, amici miei – splendida anche perché annovera ben sette quote rosa – ci impegniamo a rinnovare la gestione amministrativa del Comune di Alife. Lo abbiamo scritto sui nostri volantini e manifesti: vogliamo la “rinascita” di Alife.
Il programma è ricco di idee, tutte concretamente realizzabili e senza “promesse” di impossibile attuazione.
Queste idee mirano a tre obiettivi fondamentali:
1) un’amministrazione compartecipata;
2) una maggiore e migliore vivibilità della Città;
3) lo sviluppo del territorio.
1) Amministrazione compartecipata
Amministrazione compartecipata significa gestire il Comune alla luce del sole, nella massima trasparenza e con il coinvolgimento dei cittadini. Gli alifani devono sapere giorno per giorno tutto quanto succede sul Comune, le decisioni che vengono prese e quelle che non vengono prese. I cittadini devono essere messi al corrente di ogni singolo euro che viene speso. Non c’è nulla di straordinario in questo, eppure è qualcosa che ci è stato negato dalle precedenti amministrazioni. Dalla Maggioranza e dall’Opposizione. Noi di Vivi Alife istituiremo subito un “Notiziario dal Comune” per fare arrivare in tutte le famiglie gli atti deliberativi del Comune. Vogliamo che nei cittadini rinasca l’interesse dei problemi sociali. La gestione della Città non è una delega in bianco data agli amministratori, i quali possono fare e disfare a loro piacimento. Gli amministratori devono rendere conto del loro operato ai cittadini costantemente, giorno dopo giorno. E questo controllo ci può essere soltanto se i cittadini sono messi al corrente, quotidianamente, di ciò che viene deciso per loro sul Comune.
2) Maggiore e migliore vivibilità della Città
Il nostro secondo obiettivo è quello di dare alla Città una maggiore e migliore vivibilità. Una “città vivibile”, secondo noi di Vivi Alife, è un luogo dove il cittadino si sente come “a casa propria”. Vi chiedo: è vivibile la nostra città, Alife come San Michele, se ci viene negato un servizio basilare come l’acqua? E vi chiedo ancora: è vivibile la nostra città – mi riferisco soprattutto a San Michele – dove ci è stata negata da due anni la promessa di un campo di calcio per i nostri figli?
Per noi di Vivi Alife, vivibilità significa rendere il Paese attraente, interessante, coinvolgente. Un Paese che offre opportunità ai minori, ai giovani, agli anziani, ai disabili, a tutti i cittadini insomma.
3) Sviluppo del territorio
Il nostro terzo obiettivo è quello di dare alla Città validi presupposti per lo sviluppo reale e concreto del territorio. Smettiamola di regalare valigie ai nostri figli! Chi vuole oggi realizzarsi nello studio, nel lavoro, nella società è costretto ad abbandonare le nostre terre e gli affetti più cari. Stiamo nel 2009 ma sembra la storia del ’49, del dopoguerra, quando molti dei nostri parenti hanno dovuto emigrare in terre sconosciute per garantirsi la sopravvivenza. Il nostro è un paese oggi che non ha più né ispirazioni né vocazioni. Me lo vado chiedendo da tempo: ma Alife è un paese agricolo? È un paese commerciale? È un paese industriale? È un paese turistico? Che vocazione ha il nostro paese? Quale programmazione è stata fatta negli ultimi anni per il futuro dei nostri figli? Nessuna! Mentre nei paesi limitrofi – pensate ad Isernia o al beneventano – c’è stato l’insediamento di numerose fabbriche che hanno portato posti di lavoro e, dunque, benessere alla cittadinanza, la nostra zona industriale è stata abbandonata e dimenticata. Come pari pari è stato dimenticato il settore agricolo e quello commerciale. Il nostro Comune non ha sottoscritto un solo accordo per favorire l’insediamento di aziende provenienti da altre zone più sviluppate. Gli enti locali possono – anzi è loro dovere soprattutto in questo tempo di crisi – favorire lo sviluppo produttivo, anche sottoscrivendo patti con aziende in cambio di posti di lavoro. 10, 20, 100 posti di lavoro significa liberare 10, 20 o 100 famiglie dal bisogno più elementare che è quello di avere la dignità di un lavoro e di una sudata paga mensile. Articolo 4 della Costituzione: la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Noi di Vivi Alife lo abbiamo scritto nel programma: lavoreremo per intraprendere trattative con imprenditori esterni, in accordo con le nostre aziende, per favorire il loro insediamento produttivo nell’area di sviluppo industriale mediante la previsione di agevolazioni fiscali, ed in cambio chiederemo l’impegno ad assumere manodopera locale. Assunzioni libere, soprattutto dal voto elettorale.
Le frazioni di Totari e San Michele
Il nostro programma, poi, prevede due sezioni speciali dedicate alle due frazioni di Totari e San Michele. Quando incontravo le persone per proporre la candidatura nella Lista Vivi Alife, Nunzia Melillo di Totari, parlandomi dei problemi delle nostre zone mi rappresentava Alife con un’immagine simbolica molto bella ed efficace. Mi spiegava che, secondo lei, Alife si presenta come una bella donna, vestita bene, ma con capelli disordinati e scarpe rotte. I capelli disordinati rappresentano San Michele, le scarpe rotte Totari. Io ho aggiunto che, oggi però, questa bella donna che era Alife si ritrova anche con il vestito rotto e rattoppato in parecchie parti: il nucleo urbano principale e il centro storico. L’impegno di Vivi Alife è allora quello di ridare un vestito nuovo e scarpe nuove ad Alife e a Totari, nonché una bellissima pettinatura a San Michele con un programma dettagliato di idee che adesso vi sarà presentato da Daniela Pece.
Amici miei, questo è Vivi Alife. Questo è il nostro programma, questo il nostro disinteressato impegno per il bene di tutti e, soprattutto, dei nostri figli.
Vi chiedo, vi supplico di credermi e di credere alla nostra proposta. Vi chiedo anche un piccolo sacrificio: scavalcate quel recinto dell’“io”, del proprio orticello nel quale tranquilli ci siamo barricati; fino ad ieri anche io e i candidati di Vivi Alife. Cominciamo a parlare con il tuono della coscienza, pretendendo sani principi di vita sociale. Io e i Candidati di Vivi Alife ci siamo messi in gioco. La posta è molto alta: si tratta del futuro della nostra Città e, soprattutto, dei nostri figli. Smettiamola di restare alla finestra a guardare e a subire ciò che altri ci offrono senza possibilità di scelta.
E’ un mio sogno… è il sogno di Vivi Alife. Per realizzarlo adesso c’è bisogno del vostro aiuto, della fiducia di Voi elettori. Soltanto con un voto libero, compatto ed unito, sarà possibile dare ad Alife e al nostro futuro un vero cambio di rotta.
Prima di questa campagna elettorale ho girato molte famiglie per avere consensi sull’operazione Vivi Alife che stavo mettendo in atto. Vorrei adesso ritornare nelle vostre case, sempre accoglienti, per supplicarvi di donare ad Alife l’ultima occasione di un avvenire diverso. Vi prometto che lo farò in questi giorni, ma se non dovessi riuscirci lo farò dal giorno dopo le elezioni. Perché Vivi Alife è una storia che è solo all’inizio e che non finirà il giorno delle elezioni, ma continuerà negli anni a partire dall’8 giugno.
Dateci fiducia, dateci il vostro voto.
Conto su di voi!
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