(23 maggio 2009)
Intervento di Daniele Cirioli
Carissimi amici, buona sera a tutti.
Vi abbraccio e vi ringrazio di cuore della vostra presenza.
Siamo al quarto comizio, dopo il primo round dedicato alla presentazione della Lista, domenica scorsa ad Alife e poi nelle frazioni di Totari e di San Michele.
Siamo al quarto comizio e bisogna entrare nel vivo della campagna elettorale: dobbiamo convincervi che la scelta di votare noi di “Vivi Alife” è la sola, unica alternativa per ridare slancio al nostro paese; dobbiamo guadagnarci la vostra fiducia, il vostro voto per il prossimo mandato amministrativo. Lo faremo nel nostro consueto stile, parlando di programmi ed esponendovi le idee che abbiamo in mente di realizzare per la rinascita della nostra Città. Per questo, stasera abbiamo in programma tre interventi che porteranno in primo piano i temi dell’agricoltura e dei servizi sociali.
Nelle trascorse serate, intanto, anche le altre Liste in competizione elettorale hanno fatto i loro primi interventi pubblici. Non hanno risparmiato una loro attenzione a noi della Lista “Vivi Alife”, talvolta per rispondere – giustamente e cortesemente – alle nostre prime domande che gli abbiamo formulato in apertura di campagna elettorale; ma talvolta – e questo forse in maniera più gratuita che dovuta – anche per criticarci. E’ mio dovere, come capitano di una squadra, replicare alle accuse che ci sono state mosse; come è doveroso che io risponda alle domande che ci sono state fatte.
Ma prima guardiamo i fatti. Guardiamo il futuro che potrebbe esserci per Alife con alcune delle idee che abbiamo in cantiere di realizzare nei prossimi cinque anni di amministrazione.
Passo la parola a Maurizio Amicarelli – Alessandra Angelillo – Giuseppina Rao
A questo punto è mio dovere, come capitano di squadra, replicare alle accuse che ci sono state mosse nei comizi delle altre liste; come è doveroso che io risponda alle domande che ci sono state fatte.
Un primo passaggio sento di farlo su quanto è stato detto dalla lista Leali per Alife, per mezzo del segretario del Pd, Gianfranco Di Caprio. Un discorso riportato, per grandi linee, anche dalla stampa locale.
Ricorderete – e lo confermo anche questa sera – che nel discorso di apertura di questa campagna elettorale ho mosso critiche verso la passata amministrazione parlando di “maggioranza sorda” e “minoranza muta”. Ebbene, la critica verso la “minoranza muta”, evidentemente, non è andata giù alla lista “Leali per Alife”: del resto, di quella minoranza hanno ben tre esponenti: due candidati ed un supporter esterno. Non hanno preferito rispondermi sul “perché” di quel silenzio….In una maniera più arguta hanno replicato rivolgendomi delle accuse. A proposito della mia lista, a proposito dell’arruolamento dei candidati di Vivi Alife, mi è stato detto – leggo le testuali parole riportate da un quotidiano locale – «chi ha fatto quella scelta» (la scelta di candidare Pinuccio Di Matteo) – «chi ha fatto quella scelta, partendo da criteri innovatori e moralistici, non solo è sordomuto ma ha anche la memoria corta, anzi cortissima».
Non ho dubbi sulla buona fede di chi ha pronunciato quell’accusa verso di me. Ha un sapore molto, ma molto personale questo giudizio. Riguarda la mia persona, riguarda Daniele Cirioli. Non riguarda invece il mio modo di fare amministrazione o politica anche perché, amministratore di questo comune non lo sono mai stato, e spero di diventarlo presto – con il consenso degli alifani – dal prossimo 8 giugno. Sarò anche sordomuto e di memoria cortissima, va bene. Non dimentico, però, ciò che ho scritto e fatto affiggere sui muri del Paese nel manifesto di “Appello alla Città” sul quale mi viene detto di avere memoria corta. Ricordo bene di non aver parlato di “criteri innovatori e moralistici”. Ho parlato di “rinnovamento” su “principi” – ecco su principi e non criteri – su principi nuovi che superino la logica dell’appartenenza familiare e di partito. C’è differenza tra “principi” e “criteri”. Riguarda la persona. Un criterio “seleziona” le persone, come si trattasse di una merce qualunque: questa è buona, questa non è buona. Un “principio” invece – ed è questo che ho scritto sui muri di Alife – un principio unisce e accomuna più persone. Da singoli individui le fa diventare un gruppo, una forza, associandole tutte intorno allo stesso ideale, attorno allo stesso programma. Il rinnovamento – lo ripeto – non si fa con la carta d’identità, cioè con i “giovani” o con i “mai candidati”. Il rinnovamento sta prima di tutto nel modo di pensare la politica e l’amministrazione. Noi di Vivi Alife il rinnovamento lo abbiamo fatto e me ne faccio io personalmente il garante. Il rinnovamento lo abbiamo voluto fare sposando tutti – dico tutti – l’idea di desiderare il bene collettivo e non quello personale.
A parte questo, ho apprezzato la lunga denuncia che è stata fatta all’amministrazione uscente di Roberto Vitelli con riferimento alle tante occasioni perse, soprattutto in materia di finanziamenti, durante gli ultimi cinque anni. Ma sentirla fare dalla Lista Leali per Alife mi ha fatto sorridere! “Ma dove eravate” – mi sono chiesto – “dove eravate quando tutto questo accadeva?” Forse la mia “memoria corta, anzi cortissima” mi sta facendo qualche brutto scherzo: “sbaglio o due candidati e un supporter della Lista Leali per Alife erano seduti nei banchi dell’opposizione”? Perché sono stati sempre zitti zitti? Perché non hanno urlato alla cittadinanza queste stesse cose durante i cinque anni di amministrazione? Perché si ricordano solamente ora, alla nuova scadenza elettorale, di tirare fuori le colpe degli altri quando loro, compiacenti o meno, hanno girato la faccia dall’altra parte mentre questi errori venivano compiuti?
Giovedì sera c’è stata poi la presentazione della Lista Toro per Alife, che candida il dottore Fernando Iannelli a Sindaco. Anche in quell’occasione non sono state risparmiate attenzioni – e che attenzioni! – a noi della Lista “Vivi Alife”. Andiamo con ordine.
Partiamo dall’intervento di Maddalena Di Muccio. Tra sordi, muti e smemorati, si è pensato di allargare la platea: ci hanno messo dentro pure gli “orfani”! Cari amici, quegli orfani siamo noi. Orfani di “non avere nessuno alle spalle”. Loro invece sì, loro ce li hanno i registi alle spalle: il senatore Sarro, il sottosegretario Cosentino… e chi più ne ha, più ne metta!
Tentando di fare un discorso “politico” – ma di politico non c’era nulla – è stato svelato il vero piano dell’amministrazione uscente Vitelli e di quella che potrebbe essere di Fernando Iannelli: la creazione di una filiera ramificata… diciamo di “virtù” elettorale sul territorio: comune, provincia, regione e governo centrale.
Tutto questo ha semplicemente dell’incredibile. E’ assurdo. Giù le maschere: fateci vedere i vostri volti; diteci quali sono le vostre vere intenzioni! E mi chiedo: ma perché vi presentate come Lista civica? Perché non dire – e non ci sarebbe nulla di male – perché non dire alla cittadinanza che la tua è la lista del Pdl?
Quanto a noi, a noi orfani di “non avere nessuno alle spalle”, questa non è un accusa. Anzi lo prendiamo come un efficacissimo complimento: è un motivo di vanto! Sì, ve lo confermo: non abbiamo nessuno alle spalle. Noi non abbiamo registi nascosti. Noi non siamo “pedine” in mano al “politico” di turno. Noi siamo liberissimi di decidere autonomamente, esclusivamente per il bene di Alife, per il bene degli alifani! Noi non saremo mai chiamati a sacrificare il bene di Alife, il bene degli alifani, per favorire una richiesta – o meglio un ordine – del partito provinciale o di quello regionale.
Amici miei, noi vogliamo costruire con voi alifani una vera svolta per il nostro paese: la politica ad Alife deve cominciare a servire e smetterla di asservire, di rendere schiava la cittadinanza. La politica deve procurare benessere al territorio, non trattare i cittadini come servi da gestire a proprio piacimento. Non è una storia nuova questa che vi sto raccontando. Il potere politico radicato sul territorio è un’esperienza che conosciamo bene: è ciò che ci ha portato oggi a vivere in queste condizioni. Loro vogliono farci ripetere la stessa esperienza, alternandosi al posto di comando.
Non abbiamo casacche noi di Vivi Alife. Noi siamo l’alternativa a un modo di pensare, di concepire la politica. Non abbiamo casacche noi, ma soltanto il sacrosanto impegno di lavorare solo ed esclusivamente per il bene di tutti, per il bene di Alife.
Un’altra considerazione mi sia consentita riguardo alla presenza delle alte personalità, dell’onorevole Sarro prima di tutto. La sua presenza, composta e attenta anche durante i vari interventi, mi ha lasciato molto, molto perplesso.
Premesso che la lista il Toro per Alife non è una lista di partito ma civica, devo concludere che la presenza dell’onorevole Sarro sia stata a titolo soltanto “personale”, di amicizia, non in quanto esponente politico o di partito. Però, in quanto Senatore della Repubblica, l’onorevole Sarro aveva ed ha il dovere di rettificare il discorso sulla filiera partitica tra comune, provincia, regione e governo centrale. Il prestigio di un Senatore è qualcosa che appartiene a tutti, a tutta la popolazione (alifana e italiana) non soltanto a quelli che votano o che voteranno la Lista il Toro per Alife. Il Senatore deve garantire la funzionalità dello Stato (e il raccordo con gli enti locali: comune, provincia e regioni) anche se il futuro Sindaco di Alife non sarà Fernando Iannelli. Perché – per grazia di Dio – al di sopra dei politici c’è la legge. La legge dello Stato. Questo lo stabilisce la nostra Costituzione. E ve lo dice – permettetemi questa sottile immodestia – uno che con questo Governo e con i Governi passati, di destra e di sinistra, ci ha lavorato. Da tecnico, da professionista, e non per il colore di una tessera partitica che non ho mai avuto (e questo lo dico soprattutto ai giovani: un altro mondo, un’altra vita è possibile: basta volerla!). Chi vi parla collabora in un team di professionisti vicini a Renato Brunetta e a Maurizio Sacconi, rispettivamente ministro per la pubblica amministrazione e ministro del lavoro. E’ una collaborazione da “tecnico”, come dicevo, senza tessera partitica e senza sottomissione a una fede politica. Fare del bene, fare una buona legge per il popolo, è un’azione che non ha colore politico. Non è né di destra, né di sinistra. La disponibilità dei politici ed il lavoro degli amministratori devono essere assolti senza distinzione nei confronti di tutti i cittadini, senza distinzione cioè tra chi vota Pd o Pdl, tra una Lista civica o un’altra.
Rivolgo ufficialmente una domanda al Senatore Sarro: se dovessimo vincere noi della lista Vivi Alife le prossime comunali, Lei, onorevole Senatore della Repubblica, continuerà ad essere rappresentante e voce del nostro territorio, di Alife, con la stessa cura ed intensità che metterebbe se a vincere le elezioni dovesse essere Fernando Iannelli?
Andiamo avanti. Arriviamo all’intervento di Roberto Vitelli, sindaco uscente.
Rispondendo alla mia osservazione di “un’amministrazione sorda”, quella degli ultimi cinque anni, è stato fatto notare che quel mio giudizio è stato un po’ troppo duro, perché non si può dire “sorda” un’amministrazione per il solo motivo di non avere risposto a un manifesto di un cittadino. Beh, le cose non stanno esattamente in questo verso. In verità, io non ho dato del “sordo” all’amministrazione perché non mi ha risposto al manifesto. Ho dato del “sordo” ad un’amministrazione “incapace di ascoltare le esigenze della popolazione”, prima del manifesto. Manifesto nel quale, peraltro, parlavo del servizio Mensa scolastica, un argomento ripreso anche domenica sera nella presentazione della mia lista. Nel suo intervento, il Sindaco uscente, non hai accennato mai – dico mai – al servizio Mensa.
E’ vero: della questione ne abbiamo parlato in ‘privato’, senza manifesti. Ma non basta. Essere amministratori, essere Sindaco di un paese è una carica pubblica. Una carica che non può essere rinchiusa nelle stanze del Municipio, evitando il confronto e la discussione collettiva sui problemi della cittadinanza. Tutti i cittadini, pure quelli che non frequentano le stanze comunali, hanno il sacrosanto diritto di sapere cosa e come i loro rappresentanti stanno svolgendo il ruolo di amministratori.
Credo poi che il Sindaco uscente sia stato leggermente ingiusto nell’accusarci di aver voluto “manipolare” – è una mia interpretazione delle sue parole – l’immagine di Alife trasmettendo nel filmato iniziale del nostro primo comizio solo fotogrammi di un’Alife che non va (il riferimento in particolare era alla campana per la raccolta di vetro con dei rifiuti abbandonati). Quella è una delle tante immagini che abbiamo proiettato, tra cui con orgoglio abbiamo messo anche il “bello” del nostro Alife: i monumenti prima di tutto.
Il Sindaco uscente ha detto ancora di sentir dire da persone di fuori Alife che la città è cresciuta, mentre noi giochiamo al ribasso! Forse quelle persone vengono ad Alife per la festa di San Sisto; noi ci viviamo anche gli altri 360 giorni ad Alife! Ha mai provato il nostro Sindaco a passeggiare per le strade del centro storico? I negozi sono ciminiere di scarichi della macchine. I parcheggi sono isole deserte e le piazze non sono più luoghi per l’incontro tra amici, come questa sera, ma piazzole di sosta per auto e camion. Ha mai provato a portare i figli per viale stazione? Ha mai provato ad usufruire dei marciapiedi?
Ma l’esperienza più terribile l’ho vissuta quest’anno accompagnando mia figlia all’asilo: entrare fin nell’aula con l’ombrello aperto per ripararsi dalla pioggia! L’ultima esperienza, sempre riguardo alle scuole, è la cucina che da molti mesi sta andando avanti nonostante una perdita di gas: si cucina con le finestre aperte e recitando qualche Ave Maria.
Si tratta dei nostri figli, cari amici! Non è questa l’Alife che meritiamo. Un’Alife senza più ispirazioni né vocazioni. Me lo vado chiedendo da tempo: ma Alife è un paese agricolo? È un paese commerciale? È un paese industriale? È un paese turistico? Che vocazione ha il nostro paese? Quale programmazione socio-economica è stata fatta negli ultimi anni per il futuro dei nostri figli?
Un ultima cosa, prima di chiudere.
Ho dato uno sguardo al programma della Lista il Toro per Alife. Sono sobbalzato dalla sedia. E’ una sorta di fotocopia del programma presentato cinque anni fa. Perché – mi chiedo – oggi gli alifani dovrebbero credere nella realizzazione di un programma che per cinque lunghi anni è stato trascurato? Anche perché – lo hanno ripetuto nel comizio – l’amministrazione sarà la continuazione dell’amministrazione uscente.
Mi fermo al primo punto: “i candidati della lista si propongono di gestire il Comune con la massima trasparenza”. Lo diceva il programma di cinque anni fa, lo ripete quello di oggi. Questa trasparenza l’abbiamo chiesta ad alta voce negli anni passati. Ma ci è stata sempre negata! Il ministro Brunetta è famoso in tutto il mondo per la sua caparbietà nel chiedere una pubblica amministrazione trasparente. E ad Alife, da un’amministrazione uscente di centro destra, che iniziative sono state prese in tal senso? Nessuna!
Chiudo qui il mio intervento.
Vi ringrazio di cuore della partecipazione e della pazienza nell’ascoltarci.
Dateci fiducia, dateci il vostro voto.
Conto sui di voi!
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