domenica 17 maggio 2009

Comizio di apertura

(piazza L. Vessella - 17 maggio 2009)

Intervento di Daniele Cirioli
L’incontro di questa sera è dedicato alla presentazione della Squadra che compone la Lista n. 1 Vivi Alife, della quale mi onora esserne il candidato a Sindaco. Prima di presentarvi i singoli Candidati, sento di dovervi fare una brevissima introduzione per spiegarvi il ‘significato’ del nostro impegno. Voglio dirvi, cioè, da dove siamo partiti e, soprattutto, dove vogliamo arrivare.
La “spinta” ad impegnarmi in prima persona l’ho maturata negli ultimi mesi, quando nell’aria e nelle piazze di Alife si vedevano i primi movimenti per la formazione delle liste: da una parte l’amministrazione uscente e dall’altra il gruppo facente capo al partito democratico, con la fusione del gruppo degli ex Margherita vicini a Enzo Cappello e del gruppo di “Alife Tua” di Gianni Zeppettelli. Se questa è stata la “spinta” a candidarmi – e vi spiegherò meglio il perché – l’idea che Alife avesse bisogno di un deciso cambiamento del modo di fare amministrazione la nutro da diversi anni.
Alcuni di Voi ricorderanno (almeno lo spero) un manifesto che è apparso sui muri di Alife poco prima del Natale del 2007. Si intitolava “Persi in un perverso gioco di ipocrisie”. Il manifesto era una pubblica denuncia di un “Cittadino di Alife” – il sottoscritto – sulla cattiva amministrazione comunale, di tutto il Consiglio comunale (maggioranza e minoranza), a cominciare dal servizio di mensa scolastica. Spiegavo che, secondo me, “l’inceppo del nostro convivere fosse questo: ad una Maggioranza sorda, incapace di ascoltare le esigenze della popolazione, si affiancava un’Opposizione muta a significare che le cose andavano a dovere”, secondo il celebre detto: chi tace acconsente!
Pensavo che quel manifesto avrebbe svegliato la Maggioranza nel dare ascolto alla voce del Cittadino e rispondere alle lamentele. Speravo anche che avrebbe spinto la Minoranza a prendersi cura della protesta del Cittadino.
E invece che cosa è successo? Nulla. Il silenzio assoluto.
Nessuno ha avvertito la sensibilità o il dovere di rispondere, di concordare o di rimproverare quel Cittadino che lamentava il disservizio della Mensa scolastica.
Quel silenzio ha confermato la tesi che proponevo nel manifesto, la tesi di una comunità – la nostra di Alife – amministrata da una Maggioranza sorda e da un’Opposizione muta.
In quest’anno e mezzo, amici miei carissimi, le cose non sono cambiate. Anzi sono peggiorate. La Città ha continuato ad essere amministrata da una Maggioranza sorda e da una Minoranza muta. Anzi Maggioranza e Minoranza sono diventate entrambe “sordomute”. Ora, con inaudito coraggio, quella stessa Maggioranza e quella stessa Minoranza si sono ricandidate a chiedervi la fiducia elettorale!
Di quel manifesto, ho discusso ampiamente con il Sindaco Roberto Vitelli. Ma l’anno dopo, cioè a settembre di quest’anno, il disservizio si è puntualmente ripetuto. Ho sollecitato personalmente alcuni dei Consiglieri di minoranza per tentare una collaborazione con la Maggioranza nel risolvere il problema del servizio mensa. Ho trovato solo porte chiuse. Nessuno, dico n-e-s-s-u-n-o ha sentito il dovere di fare proprie, per sostenere o dissentire, le lamentele di quel Cittadino.
Tutto questo silenzio, questo menefreghismo da parte sia della Maggioranza che dell’Opposizione, mi ha convinto di una cosa: Alife ha bisogno di un impegno amministrativo tutto nuovo. C’è bisogno di respirare aria nuova, aria pulita. C’è bisogno di un segnale netto di discontinuità con il passato. C’è bisogno di cambiare, di volti nuovi, di idee nuove.
Da mesi circolava la voce di 2 liste in programmazione per questa tornata elettorale: una con candidato Sindaco Fernando Iannelli in continuità dell’amministrazione di Roberto Vitelli (dunque appartenente alla Maggioranza uscente); l’altra con candidato Sindaco “di ferro” Alfonso Santagata (dunque appartenente alla Minoranza uscente).
Senza la mia candidatura, senza la Lista Vivi Alife amici miei, che risultato elettorale avrebbe avuto il voto del 6 e 7 giugno? Avrebbe prodotto un’amministrazione fotocopia degli ultimi cinque anni, con una Maggioranza sordomuta e una Minoranza altrettanto sordomuta. Avesse vinto il gruppo di Iannelli o quello di Santagata, le cose sarebbero cambiate poco: nel Consiglio comunale avrebbero preso posto gli stessi e soli Consiglieri degli ultimi cinque anni.
Ecco perché ho deciso la nascita di Vivi Alife e della terza Lista: per offrire una via d’uscita al ripetersi dell’amministrazione degli ultimi anni; per dare una speranza di cambiamento a chi è stanco della politica degli ultimi tempi. Vivi Alife è la sola e vera “alternativa” per il futuro dell’amministrazione comunale. Le altre Liste sono una “restaurazione” dei gruppi di Maggioranza e Minoranza che ci hanno governato gli ultimi cinque anni. Li conosciamo i loro Candidati; molti hanno già amministrato o sono stati comunque dietro le quinte di altri amministratori. Non meritano più la conferma in un ruolo che hanno svolto maldestramente negli ultimi anni.
Per questo vi chiedo di votare compatti il simbolo del germoglio nascente, La Lista Vivi Alife, senza spartire le preferenze tra amici, parenti e conoscenti delle altre Liste.
Il nostro credo, amici miei, il credo della Lista Vivi Alife non è strettamente politico-partitico. Lo abbiamo messo per iscritto e reso pubblico con il manifesto di “Appello alla Città” del 9 aprile scorso e poi con la successiva dichiarazione del 7 maggio.
Il nostro modo di fare politica locale va oltre la logica dell’appartenenza (familiare o di partito) e punta ai bisogni di “tutti”, non dei “singoli”. Il nostro modo di fare politica non risponde agli ordini di nessuna scuderia di partito. A noi interessa soltanto dare ad Alife una “buona amministrazione” per servire la Città, intesa come “comunità di persone”. La “persona”, il cittadino, deve ritornare al centro della vita e dell’interesse degli amministratori. Non vi promettiamo miracoli, né posti di lavoro od opere di impossibile realizzazione: ciò sarà la naturale conseguenza di un’amministrazione ordinaria fatta straordinariamente bene.
Per questo siamo riusciti a dare vita a un gruppo di persone che testimoniano un concreto rinnovamento della gestione amministrativa. “Rinnovamento” non vuol dire necessariamente “persone sconosciute all’elettorato”. Il rinnovamento non si fa con la carta d’identità, cioè con i “giovani” e i “mai candidati”. Certo è anche questa una strada per raggiungerlo. Tuttavia, il rinnovamento deve stare prima di tutto nel modo di pensare la politica e l’amministrazione, desiderando il bene collettivo e non quello personale.
Vi prego di guardare i nomi dei Candidati delle altre Liste: secondo Voi c’è rinnovamento in chi ha sposato la logica di un sistema partitico che tutto impone? E vi chiedo ancora: dove sta il rinnovamento in una Lista che ha tra i Candidati persone che hanno taciuto quando sono state nel Consiglio comunale, senza opporsi e senza proporsi per cinque lunghissimi anni? Dove sta il rinnovamento in una Lista che ha tra i Candidati un gruppo di “emigranti” che hanno valicato il confine della loro tradizionale appartenenza partitica?
Il rinnovamento, cari amici, siamo noi. Solo e soltanto noi. Gli amici delle altre Liste propongono un’alternanza, non un’alternativa. Loro, tutti loro, hanno cambiato casacca e vogliono farci credere di volere rinnovare l’amministrazione comunale.
L’alternativa è il rinnovamento che propone Vivi Alife. Non abbiamo casacche noi, ma soltanto il sacrosanto impegno di lavorare solo ed esclusivamente per il bene di tutti, per il bene di Alife.
Guardate i nostri manifesti: ci abbiamo messo tutti la nostra “faccia”. Lo abbiamo fatto insieme, senza paura, perché non abbiamo nulla da nascondervi. Ci guardiamo negli occhi…

LA SQUADRA
Passo adesso a presentarvi la Squadra di Vivi Alife. L’avventura di formare una lista è un’esperienza straordinaria. Ad Alife, poi, tutto diventa eccezionale. Ho scoperto che tra gli alifani ci sono persone che pensano di avere il diritto di candidarsi solo perché sono “portatori di voti”.
Per formare la lista Vivi Alife ho preferito guardare in un’altra direzione. Non ho cercato i “portatori di voti”, ma persone “portatori di idee”. Perché, oltre a puntare a vincere le elezioni, il mio desiderio è quello di portare sul Comune un gruppo che sappia bene amministrare il Paese.
Amicarelli Maurizio; Angelillo Alessandra; Bergamin Marco; Del Basso Antonio; Di Lauro Nicola; Di Matteo Giuseppe; Fappiano Angelo; Farina Bernardino; Fiorillo Pasquale; Guadagno Giovanni; Melillo Annunziata; Meola Maria; Nisio Daniela; Pece Daniela; Rao Giuseppina; Vetere Marisa

IL NOSTRO PROGRAMMA
Io e questa splendida Squadra, amici miei – splendida anche perché annovera ben sette quote rosa – ci impegniamo a rinnovare la gestione amministrativa del Comune di Alife. Lo abbiamo scritto sui nostri volantini e manifesti: vogliamo la “rinascita” di
Il programma è ricco di idee, tutte concretamente realizzabili e senza “promesse” di impossibile attuazione. Queste idee mirano a tre obiettivi fondamentali:
1) un’amministrazione compartecipata;
2) una maggiore e migliore vivibilità della Città;
3) lo sviluppo del territorio.
Amministrazione compartecipata significa gestire il Comune alla luce del sole, nella massima trasparenza e con il coinvolgimento dei cittadini. Gli alifani devono sapere giorno per giorno tutto quanto succede sul Comune, le decisioni che vengono prese e quelle che non vengono prese. I cittadini devono essere messi al corrente di ogni singolo euro che viene speso. Sono questi aspetti di fondamentale importanza su cui punto molto, quasi tutto, per la prossima amministrazione. Istituiremo un “Notiziario dal Comune” per fare arrivare in tutte le famiglie gli atti deliberativi del Comune. Nei cittadini deve rinascere l’interesse dei problemi sociali. La gestione della Città non è una delega in bianco data agli amministratori, i quali possono fare e disfare a loro piacimento. Gli amministratori devono rendere conto del loro operato ai cittadini. Questo controllo ci può essere soltanto se i cittadini sono messi al corrente di quello che viene deciso per loro sul Comune.

Sul tema dello sviluppo del territorio: Bergamin Marco.
Lo stato di cose attuale e’ il fattore propulsore della scelta di rinnovamento, un rinnovamento che deve necessariamente essere non virtuale, ma reale. Rinnovamento significa miglioramenti tangibili, che posso essere visti, toccati con mano, fruiti dai cittadini. Rinnovamento significa quindi SERVIZI. Nuove capacità, nuovi modi di vivere la città, strutture piu agevoli e impianti che facilitino le attività di chi lavora qui.
Il nostro intento e’ quello di donare ad Alife un volto nuovo, un segno tangibile di come gli alifani hanno deciso di evolvere e di aprirsi ad un rilancio che, con le nostre risorse storiche, territoriali e soprattutto umane, non e’ soltanto possibile ma doveroso. Tutta la nostra squadra, composta di persone diverse e che magari non credevano di avere nulla in comune se non la cittadinanza, e’ unita attorno ad un obiettivo comune: rendere Alife un paese moderno.
I nostri progetti sono ambiziosi, e’ inutile nasconderlo, ma tutti assolutamente fattibili. Le nostre proposte di sviluppo partono da interventi che dovrebbero essere basilari, e che invece per Alife rappresentano motivo di programma elettorale. Cose semplici come interventi di recupero degli edifici scolastici, il miglioramento della rete idrica e fognaria e la creazione di aree verdi cittadine, verrano garantite. Abbiamo in mente di dare un nuovo e migliore ordine alla viabilità urbana, con particolare attenzione agli spostamenti di anziani e bambini, di potenziare la rete stradale e di garantirne una manutenzione accurata e regolare, oltre che migliorare l’aspetto della nostra città.
Tuttavia sviluppo non significa esclusivamente “infrastrutture”, tutt’altro. A cosa servono strade ben tenute se non vengono sfruttate a dovere? E’ per questo che sono già stati studiati progetti per lo sviluppo economico della città. Pensiamo ad eventi ed iniziative in grado di promuovere i nostri prodotti tipici locali, come ad esempio dei “percorsi” eno-gastronomici organizzati, e di incentivare il turismo. Tutto ciò e’ realizzabile nel breve periodo, sarà fatto subito. E non saranno trascurati i bisogni e le richieste degli agricoltori. In tanti, forse, hanno dimenticato che Alife e’ un paese che vive di agricoltura: trascurare questo settore e le persone che vivono coltivando duramente la terra, significa strangolare Alife stessa. E’ per questo che senza alcuna incertezza possiamo garantire fin d’ora che grande attenzione sarà data al comparto agricolo. Istituiremo un assessorato per l’agricoltura, in modo da garantire vicinanza ai problemi degli agricoltori, e una commissione di esperti che valutino le possibilità di espansione del settore. E poi ancora: iniziative per lo sviluppo del commercio e dell’artigianato e nuove proposte per la zona industriale.
Tutto ciò e’ realmente possibile. Alife non deve temere nulla se non se’ stessa, il nostro futuro e’ esclusivamente nelle nostre mani. Se riusciamo tutti assieme a perseguire la strada del rinnovamento, se riusciamo a guardarci in faccia e a dire “e’ giunto il momento di cambiare”, nessun obiettivo ci può essere precluso, perche’ non ci manca niente per poter tornare a quell’antica importanza che i nostri anziani ricordano e che con tanta nostalgia rimpiangono.

Sul tema della vivibilità: Pece Daniela.
Alcuni giorni fa ho letto delle considerazione su un blog, dove si diceva che nella lista “Vivi Alife” non vi sono alifani, perché alcuni dei candidati nati fuori Alife, o all’estero.
Io sono una di quelle persone. E’ vero, sono nata all’estero, ma sono 32 anni che vivo ad Alife e mi sento alifana. Sono figlia e nipote di persone che un giorno hanno lasciato la loro terra, perché non offriva nulla. Persone che hanno sofferto, perché lontane dalle loro radici, ma hanno comunque conservato e trasmesso a noi quei valori quali il rispetto, la generosità, le tradizioni, ma soprattutto la dignità, che spesso, oggi viene calpestata. Non hanno mai dimenticato le loro origini e hanno investito tutti i loro sacrifici in questa terra per far sì che un giorno potessero ritornare. Non è stato facile per queste persone conservare tutti questi alti valori in terra straniera. Sentivano la nostalgia senza sapere che la loro Italia cambiava giorno dopo giorno, perdendo parte di quei valori, pur di inserirsi in una società ammalata di favoritismi, compromessi e raccomandazioni. Solo quando quei figli e nipoti sono tornati, hanno capito cosa era accaduto. Mentre si lasciavano dietro un paese emancipato che dava tante opportunità nel lavoro e nel sociale, in Italia si andava incontro alla realtà.
Nella lista “Vivi Alife” vi sono alcuni di quei figli e nipoti che mossi da quegli alti valori, vorrebbero dare un deciso contributo alla città, per un cambiamento attraverso progetti innovativi.
Vogliamo soprattutto una città vivibile, dando a tutti l’opportunità di collaborare con noi e di amministrare insieme nel modo più trasparente possibile.
Aiuteremo tutte le famiglie, soprattutto quelle più disagiate. Cercheremo di aiutare i giovani ad integrarsi nel mondo del lavoro, so che non è semplice per i ragazzi, i giovani vivere in questa città. Hanno tante capacità, tante idee, ma mancano le possibilità e le strutture per potersi realizzare, ed è soprattutto insieme a loro che lavoreremo e cercheremo di aiutarli ad integrarsi nel mondo del lavoro. Cercheremo di rendere questa città vivibile per i giovani organizzando eventi culturali ed associavi come eventi, mostre e convegni.
Restituiremo ad Alife il suo Carnevale storico.
Saremo punto di riferimento per tutte quelle associazioni di volontariato, sportive, parrocchiali che operano sul territorio.
I disabili. Spesso vengono dimenticati. Eppure hanno gli stessi diritti degli altri cittadini, dobbiamo abbattere le barriere architettoniche affinché possano muoversi facilmente all’interno della città e degli uffici pubblici. Organizzare anche per loro manifestazioni sportive e sociali e renderli responsabilmente primi protagonisti. Così facendo solleveremo anche le loro famiglie che quotidianamente li assistono.
Come i disabili, al centro della nostra attenzione, vi sono anche gli anziani ed è ad essi che tengo particolarmente . Vi do la mia parola: faremo in modo che possano sentirsi parte integrante della città, rendendoli partecipi alla vita cittadina attraverso attività di volontariato come vigilanza presso i plessi scolastici.
Collaboreremo in maniera costante con quelle famiglie con anziani malati garantendo assistenza e solidarietà.
Ma il vero volto di una città è la scuola, luogo di crescita umana e culturale. Sono anni che combatto come mamma in prima persona e sembra che tutto ciò che è diritto per i bambini è un favore. La scuola deve essere come la propria casa: ogni bambino passa la maggior parte della sua giornata tra le mura scolastiche. E vi posso assicurare che le nostre strutture non sono affatto confortevoli e sono prive di spazi all’aperto belli e curati. Esse somigliano a caserme militari.
Noi di Vivi Alife non facciamo promesse, ma se voi ci darete la vostra fiducia, amministreremo con attenzione e competenza questa città millenaria che sì, ha i suoi problemi, ma offre anche tutti gli strumenti per poter diventare città vivibile, dove non bisogna regalare le valigie ai figli.

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