sabato 30 maggio 2009

Comizio "Le donne scendono in campo"

(piazza S. Caterina - 30 maggio 2009)

Carissimi amici, buona sera a tutti.
Vi abbraccio e vi ringrazio di cuore della vostra presenza.

E’ un momento speciale, questo che vivremo stasera! Un comizio speciale al quale abbiamo voluto dare anche un titolo speciale: «Le donne scendono in campo»!
La Lista n. 1 Vivi Alife che capeggio da candidato a Sindaco ha ben sette quote rosa! Sette donne che hanno smesso i panni delle mamme e che, con la stessa premura di madri, hanno indossato l’abito dell’impegno amministrativo. Non lo fanno per loro stesse; non lo fanno come si trattasse di un impiego professionale o di lavoro. No! Lo fanno esclusivamente per i loro figli e per i nostri figli, che sono il futuro di Alife!

Non sto a dirvi cosa possa significare l’impegno della donna in politica, in particolare qui ad Alife, perché a breve cederò la parola alle dirette interessate per quello che sarà un accorato appello al “mondo rosa” cittadino per portare Vivi Alife alla vittoria elettorale del 6-7 giugno prossimi.

Da parte mia, dico soltanto di sentirmi sinceramente molto, ma molto onorato della fiducia di queste sette mamme – e anche della fiducia delle rispettive famiglie: mariti, figli, genitori. Mi sento molto onorato della fiducia che queste sette donne hanno riposto su di me, sulla mia persona di candidato Sindaco per tentare di dare una svolta al Paese. Di questo le ringrazio tutte di cuore. Come ringrazio di cuore tutte le loro famiglie che con vero spirito “domestico”, “familiare” le stanno sostenendo, e stanno sostenendo tutto il gruppo di Vivi Alife in questa proposta elettorale per il miglioramento della vivibilità del nostro amato Paese.

La loro presenza è prima di tutto segno di bellezza! E’ proprio il caso di dirlo: tingono di rosa il futuro della nostra Città, il futuro amministrativo di Alife!
La loro nutrita presenza, poi, è garanzia sulla realizzazione del nostro programma amministrativo. Sappiamo bene quanto sia difficile far cambiare idea ad una donna; figuriamoci a sette! Allora, se è vero – come è vero – che le candidate di Vivi Alife si sono date il traguardo di vincere le elezioni e di migliorare questo Paese, amici miei, prepariamoci a vivere finalmente un avvenire diverso per Alife!

Ma, soprattutto, la presenza di sette donne è segno di cambiamento! Di vero e reale cambiamento, di quel rinnovamento che gli alifani stanno chiedendo a voce alta da anni! Di quel cambiamento che solo può assicurare un futuro diverso ai nostri figli.
Una lista con sette quote rosa è la prima volta che succede ad Alife! Negli anni scorsi, addirittura, la difficoltà di arruolare il ‘gentil sesso’ nelle Liste ha determinato la fine anticipata di un’amministrazione comunale, per un puro scherzetto normativo. Era il 1993 e molti lo ricorderanno. Vi prego di riflettere: se oggi ben sette donne, tutte assieme, hanno deciso di candidarsi nella lista Vivi Alife ci deve essere una ragione, un valido motivo! Ce lo diranno loro… Ma, secondo me, con quel sesto senso che solo una madre sviluppa dal vivere la maternità, io credo che la ragione stia nell’aver intravisto in questa Lista, in questo gruppo, nel progetto di Vivi Alife la vera forza per la rinascita della nostra collettività!

1) Melillo Annunziata – 2) Meola Maria – 3) Angelillo Alessandra
4) Nisio Daniela – 5) Rao Giuseppina – 6) Vetere Marisa – 7) Pece Daniela

Andiamo avanti. Adesso tocca a me. Tocca a me parlare delle nostre idee, dei temi del programma che vorremmo realizzare nei prossimi 5 anni di amministrazione.

Prima di tutto, ringrazio il Senatore Sarro che, in maniera molto stringata, nei giorni scorsi ha preso in considerazione la domanda che gli ho rivolto durante il comizio di piazza Termini. Sì ho detto bene: ha “preso in considerazione” la mia domanda. Ma non ancora mi ha risposto.
Eppure la domanda era molto semplice, e per essa ho chiesto una risposta altrettanto poco elaborata: è sufficiente un “sì” o un “no”. Nulla di più.
Su un quotidiano locale ho potuto leggere la replica del Senatore in attesa – dice il giornale – in attesa di un intervento più ampio. Leggo le testuali parole: «una cosa è l’attività istituzionale a favore di tutto il territorio, a prescindere dall’orientamento delle singole amministrazioni, altra cosa è l’essere dirigente di una formazione politica quale il popolo delle libertà». Su questo non ci piove. L’ho ripetuto più volte anch’io sabato scorso: una cosa è l’attività istituzionale, altra è l’orientamento partitico. Va bene. Ma resto in attesa della risposta. E spero arrivi entro la prossima settimana. Oltre, cioè dopo il voto elettorale, servirebbe meno.


Cambiamo argomento. Parliamo di acqua. Quella potabile, da bere, amici miei, siamo costretti a comprarla al supermercato. Quella igienica, per lavarci e per gli altri usi domestici, invece ci viene erogata a razione. Quante volte ci è capitato di trovarci insaponati e vedere solo goccioline uscire dal flessibile della doccia? Così, ci siamo fatti un orario su uso e consumo dell’acqua: per la doccia va bene dopo le 20; d’estate è meglio dopo le 22! Non parliamo poi della situazione in cui versa chi abita a un piano sollevato, più alto del piano terra. Vedere uscire l’acqua dai rubinetti è ormai diventato motivo per far festa, visto che capita molto raramente! Siamo stati costretti a rifornirci di botti per le riserve e di motorini per garantirci la pressione necessaria ad avviare le caldaie per il riscaldamento.
E’ una situazione insopportabile! Ad Alife, che è rinomato come paese dell’acqua, la carenza idrica è diventata la normalità. Ci accompagna tutti i 365 giorni dell’anno. C’è carenza nei periodi di siccità, e c’è carenza nei periodi di abbondanti piogge!
E’ una situazione insopportabile!
Eppure lo sappiamo da anni dove stanno le cause del problema. Che sono due. La prima causa è la sorgente Maretto; la seconda una rete di distribuzione insufficiente, vecchia e antiquata.
Per risolvere il problema della sorgente Maretto, sarebbe sufficiente collegare la rete idrica di Alife all’altra sorgente, a quella del Torano. Ed è una soluzione praticamente già approvata nel 2003. Una soluzione che non è pari alla costruzione del ponte dello stretto di Messina: il collegamento è di 800 metri appena! Mi chiedo: sono passati 6 anni, perché non è stato fatto nulla? Perché si è lasciata l’intera popolazione di Alife a soffrire e a sopportare la grave carenza idrica? Che cosa ha fatto l’amministrazione Iannelli-Vitelli in tutto questo tempo? Perché si è tappata le orecchie e ha fatto finta di non vedere? Quali sono stati gli ostacoli di ordine politico o tecnico?
La seconda causa del problema sta nel sistema di distribuzione dell’acqua. La rete è datata. E’ stata costruita molti anni fa e per un’utenza in numero molto inferiore a quella di oggi. E’ praticamente impossibile che un tubo installato per portare acqua a 10 famiglie possa rifornirne adesso 20 di famiglie! E anche in questo caso torno a chiedermi: sono anni che soffriamo la carenza idrica, perché non è stato fatto nulla?
Quello dell’acqua è uno dei tanti problemi che hanno ridotto il grado di vivibilità nel nostro paese. La Lista Toro per Alife – che da 10 anni amministra questo Paese – ha delle grosse responsabilità! E’ assurdo che oggi venga a fare delle promesse per un’amministrazione diversa e migliore. Non è credibile! Li avete sentiti i loro comizi? Perché invece di dire quello che vogliono fare non ci raccontano e ci fanno vedere quello che hanno già fatto in questi dieci anni? Programma alla mano, perché non ci illustrano punto per punto che hanno rispettato l’impegno assunto 5 o 10 anni fa? La verità è che non possono farlo perché hanno realizzato poco o niente delle molteplici promesse che ci hanno fatto negli anni! Capisco allora anche perché tanti degli attuali candidati della Lista Toro per Alife salgono sul palco e si lamentano delle cose che non vanno e che mancano ad Alife. Ma si rendono conto che chi ha avuto la responsabilità politica e amministrativa di questo Paese negli ultimi anni sono loro compagni di avventura? E perché vogliono che la situazione amministrativa si ripeti per altri cinque anni?


In questa settimana, sempre la Lista Toro per Alife ha tenuto comizio a San Michele. Alcuni passaggi, cari amici, meritano una attenta riflessione. Non sono soltanto una gratuita “offesa” a noi Candidati di Vivi Alife. Sono anche passaggi che svelano il vero piano, lo scopo a cui mirano per questa competizione elettorale. E deve trattarsi di un vero progetto condiviso da tutta la loro squadra, perché quelle idee che sono state manifestate da un solo Candidato sono state rimarcate e condivise apertamente sia dal candidato Sindaco Iannelli che dal Sindaco uscente Vitelli.
In quel comizio di San Michele, l’oratore di turno si è rivolto alla nostra Lista (“alla lista che candida a sindaco Daniele Cirioli” – così è stato detto), dicevo l’oratore di turno si è rivolto alla nostra Lista ed ha sollevato una precisa questione circa le nostre possibilità e capacità di dare attuazione al programma che abbiamo presentato.
In sostanza la questione è questa: per fare le opere pubbliche ci vogliono le competenze necessarie e queste competenze a noi mancano. A loro invece – ha sostenuto il candidato della Lista Toro – a loro queste competenze non mancano. Perché loro sanno come si fa un’opera pubblica: «dall’embrione, dall’idea va seguita passo passo, fino alla progettazione esecutiva; e se questo non si fa si perdono i fondi».
Carissimi amici, nella Lista Toro stanno confondendo il ruolo di amministratori con le attività professionali. E questo è molto, molto grave. Il posto di Consigliere comunale non è un posto di lavoro; il ruolo di assessore non è un incarico professionale. Il comune di Alife, del resto, non ha bisogno di nuova manovalanza, ma di una nuova amministrazione! «Il consiglio comunale è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo». Lo dice il testo unico degli enti locali, la bibbia normativa di chi si assume l’onere di amministrare un paese. «La giunta comunale» – prosegue ancora il testo unico – «collabora con il sindaco nell’attuazione degli indirizzi generali del consiglio comunale». Il consigliere comunale, l’assessore e il Sindaco devono indirizzare l’azione amministrativa, non seguire pratiche e appalti come si trattasse di una normale attività professionale di un commercialista, di un avvocato, di un ingegnere o di un architetto! La pratica deve essere seguita dai funzionari del Comune. O da professionisti esterni incaricati; e non eletti alla carica di consiglieri comunali.
All’apertura dell’anno giudiziario di qualche anno fa, il Procuratore Generale della Corte dei Conti ha gridato a gran voce che gli amministratori pubblici devono essere consapevoli che «le pubbliche funzioni vanno svolte con la diligenza del buon padre di famiglia». Ecco quello che ci vuole: «la diligenza del buon padre di famiglia»! E’ il sacrosanto principio fissato dal Codice civile per indicare il corretto comportamento degli individui nell’adempiere ai propri compiti, ai propri doveri. Ed è un principio che non si acquisisce con una laurea o con gli studi. Secondo il nostro diritto “la «la diligenza del buon padre di famiglia» è il metro di giudizio e di scelta delle nostre attività quotidiane, che una qualunque persona capace di intendere e di volere dovrebbe comunemente adottare, proprio come fa un buon padre di famiglia per risolvere i suoi problemi”.
E poi, l’amministrazione di un Paese non inizia e finisce nel fare opere pubbliche! Il Paese è prima di tutto una comunità di persone, una famiglia più ampia! Oltre l’opera pubblica c’è da dare alla comunità un indirizzo sociale, culturale, economico. Vanno ristabilite delle regole in questo Paese che versa ormai da anni in una completa anarchia. Non ci sono più diritti né doveri. Vanno fissate le regole del convivere civile che siano da tutti condivise. E per fare questo non c’è bisogno di “tecnici”, di “professionisti” o di “laureati”; ma – appunto – della cura e della premura, della diligenza tipica insomma, di chi governa e amministra una famiglia!
L’oratore di San Michele terminava il suo discorso invitando l’elettorato a decidere il proprio voto valutando la competenza professionale dei candidati delle tre liste. E’ un vero e proprio boomerang contro il loro candidato Sindaco, contro il candidato Sindaco della Lista Toro per Alife e, di riflesso, anche contro il candidato Sindaco della Lista Leali per Alife.
Amici miei, permettetemi una domanda un po’ impertinente. Voi sapete quali sono le specializzazioni – i titoli di studio – che posseggono i canditati Sindaci che si stanno contendendo questo voto elettorale: dei tre – Cirioli, Iannelli e Santagata – chi ha maggiori competenze in tema di amministrazione?

Andiamo avanti e cambiamo argomento. Parliamo di Mensa. No, non voglio tornare su un discorso che ho già affrontato negli ultimi due comizi. La Mensa – e in particolare l’appalto per il servizio di Mensa – mi serve quale termine di paragone per riflettere su un altro aspetto di gestione della passata amministrazione. Sono anni che il servizio Mensa parte con notevole ritardo. Ogni anno, la ragione che ci è indicata a motivo del ritardo è sempre la stessa: colpa della burocrazia per espletare la procedura di appalto. Ma, vado chiedendomi da anni, perché ad Alife non si fa come negli altri Paesi dove l’appalto mensa viene dato per più anni? Dove sta e qual è la convenienza per la cittadinanza che ha spinto l’amministrazione a dare ogni anno l’appalto, piuttosto che ricorrere ad un incarico pluriennale?
La sorpresa – e arrivo al dunque – c’è stata quando invece ho visto pochi mesi fa che l’amministrazione comunale ha ri-affidato l’appalto per la riscossione Tributi nel nostro Paese. La sorpresa è stata leggere la durata dell’appalto: 8 anni! Amici miei, non un anno, ma 8! Significa, tutto il tempo della prossima amministrazione per la quale stiamo in campagna elettorale e anche parte di quella che verrà dopo questi prossimi cinque anni! E che le facciamo a fare le votazioni se è stato già deciso tutto per gli anni avvenire? Dico io: un’amministrazione che ha a cuore e rispetta la popolazione deve pure farsi da parte ad un certo momento e lasciare ad altri la facoltà di decidere le sorti di questo Paese. E quale momento è più opportuno per farsi da parte se non quello dei due mesi prima della scadenza del mandato elettorale? Quella diligenza del buon padre di famiglia indicata dal Codice civile avrebbe richiesto di prorogare semplicemente l’affidamento di quell’incarico e di lasciare al futuro Sindaco la decisione sul come gestire la riscossione dei Tributi.
Alife non merita più un’amministrazione del genere. C’è bisogno di cambiamento. Le decisioni vanno prese solo ed esclusivamente nell’interesse della popolazione. Non possono essere prerogativa di pochi, di alcuni o di una sola persona.
E per questo aspetto mi sia concesso di introdurmi a gamba tesa nella recente sceneggiata che è stata trasmessa dalla bellissima frazione di Totari, con attori principali la Lista Leali per Alife e la Lista Toro per Alife, dal titolo “l’escluso”. La trama l’avete già capita: l’escluso è Antonio Melillo. O meglio “i voti”, l’elettorato di Antonio Melillo. Perché è questo ciò che sta più a cuore alle due Liste Leali e Toro. Ma ci vogliamo rendere conto che è una sceneggiata che toglie decoro alla Città di Alife e azzera la rispettabilità di tutti gli alifani, inclusi Antonio Melillo, Tonino Amato e Silvio Visone? Ma quando vogliamo deciderci di crescere anche sotto l’aspetto etico ed umano? Valori come onestà, sincerità, buona fede dove li abbiamo messi?
Antonio Melillo, Tonino Amato e Silvio Visone, vi prego di accettare le mie scuse. Scuse personali, da parte mia che, sapete bene, anche pubblicamente da anni, sto molto contestando l’amministrazione di cui fate parte. Scuse anche a nome dei candidati della Lista Vivi; e credo anche a nome di tutti gli alifani. Vi faccio le scuse per il trattamento che avete ricevuto in questa campagna elettorale: la notte in Lista, e al mattino seguente fuori! Senza che vi sia stata data la possibilità di obiettare! Vi chiedo scusa inoltre per il “ballottaggio” di cui siete stati oggetto nei recenti comizi di Totari.
Dietro quei nomi, cari amici, dietro i nomi di Antonio Melillo, di Tonino Amato e di Silvio Visone non c’è soltanto un elettorato; non ci sono solo i “voti”!!! Dietro quei nomi ci possono anche essere degli amministratori non buoni o degli amministratori “sordi” come ho avuto modo di definirli io. Ma dietro quei nomi ci sono prima di tutto delle “persone”, degli alifani che meritano rispetto. La sacralità della persona, la dignità di un uomo non va mai calpestata! Per nessuna ragione! Non c’è motivo che possa giustificare la tagliola giustiziale che è stata usata contro queste persone. Una cosa è disapprovare l’uomo politico, l’amministratore o l’assessore Melillo, Amato o Visone. Ma un’altra cosa è calpestare la persona e la sua dignità. Voltarie diceva: “non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. E’ una delle massime citazioni sulla democrazia. Con Antonio Melillo, con Tonino Amato e con Silvio Visone, invece, si è fatto finta di condividere un’idea e si è poi mortificata la persona. La selezione delle persone – perché di selezione si è trattato – ricorda tempi non molto lontani e che rispondono al periodo più buio dell’esistenza umana. Alife deve crescere anche da un punto di vista etico, morale, culturale.

Mi avvio alla conclusione, cari amici.
Un’ultima considerazione la faccio ancora con riferimento al comizio di Totari che è stato tenuto dalla Lista Toro per Alife. A conclusione, il candidato Sindaco ha detto che un loro “elemento distintivo”, un elemento distintivo della loro coalizione” sta nel loro sapersi porre, senza leggere quello che dicono; nel saper conferire a braccio. Sì, questo è il loro segno distintivo. Il nostro segno distintivo, invece, il segno distintivo di Vivi Alife è all’opposto: noi ci rivolgiamo a Voi leggendo le cose che vogliamo dirvi.
C’è una grossa differenza tra i due modi. Parlare a braccio è sinonimo di improvvisazione. Significa parlare in modo approssimativo, non avendo un testo scritto. Noi di Vivi Alife non lasciamo nulla all’improvvisazione: preferiamo dirvi le cose in maniera precisa, come il risultato di una riflessione.
Poiché lo stile del parlare si riflette poi anche nei fatti, dalla Lista Toro per Alife non possiamo che aspettarci anche un’amministrazione “a braccio”, cioè improvvisata e approssimativa. Noi di Vivi Alife, invece, come i nostri comizi, faremo un’amministrazione sempre studiata e ragionata per procurare benessere a tutta la cittadinanza.

Cari amici, infine, devo chiedervi il consenso elettorale. E’ l’ultima cosa che faccio ma è la più importante. Dateci il voto, un voto compatto. Un voto senza spartizione tra amici, parenti e conoscenti. Questo ve lo supplico. Il voto non è il modo per ricambiare una cortesia che abbiamo ricevuto da un amico o da un conoscente; per questo c’è altro. Il voto va indirizzato al programma, al gruppo che più degli altri dà fiducia nella realizzazione di un progetto.
Questa è l’occasione per cambiare. Vivi Alife è la squadra adatta al cambiamento.
Mi dispiace che i Candidati delle altre Liste usino poco rispetto per noi di Vivi Alife. Mi riferisco soprattutto ai Candidati della Lista Leali per Alife. Oltre a chiedere il voto, suggeriscono di non votare noi di Vivi Alife perché – a loro dire – è un voto perso, in quanto è una lista perdente! Se il voto dato alla Lista di Vivi Alife sia un voto perso è un giudizio che spetta esclusivamente al cittadino che quel voto deve esprimere. Se la nostra è una lista perdente questo sarà deciso dai cittadini alifani il 6 e 7 giugno prossimo.
Il voto è un’ipoteca sul futuro nostro, sul futuro vostro e soprattutto sul futuro dei figli di Alife. Se siete veramente stanchi e scontenti di quella che è stata la nostra amministrazione – un’amministrazione gestita dai candidati delle Liste Toro per Alife e Leali per Alife – votateci compatti. Ve lo chiedo con il cuore in mano. Altrimenti il nostro sforzo, il vostro sforzo di una preferenza resterà vana.

Chiudo qui il mio intervento. Il mio accorato appello a votare la lista Vivi Alife è rivolto principalmente al mondo rosa cittadino che stasera abbiamo voluto in maniera particolare esaltare.
Ringrazio nuovamente le donne presenti, le sette mamme che compongono la mia squadra e mi sia concesso ringraziare anche le donne della mia vita: mia madre, le mie sorelle e mia moglie che sta sopportando questo mio ulteriore impegno fuori famiglia. Ma soprattutto mando un bacio a Viky ed Ester che, insieme a Giuseppe, sono la causa principale del mio impegno elettorale.
Grazie e buonasera a tutti.

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