domenica 26 dicembre 2010

La parola del Papa

Messaggio "Urbi et Orbi" pronunciato il 25 dicembre 2010 da Benedetto XVI dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana.

"Verbum caro factum est" - "Il Verbo si fece carne"
(Gv 1,14).


Cari fratelli e sorelle, che mi ascoltate da Roma e dal mondo intero, con gioia vi annuncio il messaggio del Natale: Dio si è fatto uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Dio non è lontano: è vicino, anzi, è l’"Emmanuele", Dio-con-noi. Non è uno sconosciuto: ha un volto, quello di Gesù.

E’ un messaggio sempre nuovo, sempre sorprendente, perché oltrepassa ogni nostra più audace speranza. Soprattutto perché non è solo un annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Gesù di Nazareth! Stando con Lui, osservando i suoi atti e ascoltando le sue parole, hanno riconosciuto in Gesù il Messia; e vedendolo risorto, dopo che era stato crocifisso, hanno avuto la certezza che Lui, vero uomo, era al tempo stesso vero Dio, il Figlio unigenito venuto dal Padre, pieno di grazia e di verità
(cfr Gv 1,14).

"Il Verbo si fece carne". Di fronte a questa rivelazione, riemerge ancora una volta in noi la domanda: come è possibile? Il Verbo e la carne sono realtà tra loro opposte; come può la Parola eterna e onnipotente diventare un uomo fragile e mortale? Non c’è che una risposta: l’Amore. Chi ama vuole condividere con l’amato, vuole essere unito a lui, e la Sacra Scrittura ci presenta proprio la grande storia dell’amore di Dio per il suo popolo, culminata in Gesù Cristo.

In realtà, Dio non cambia: Egli è fedele a Se stesso. Colui che ha creato il mondo è lo stesso che ha chiamato Abramo e che ha rivelato il proprio Nome a Mosè: Io sono colui che sono … il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe … Dio misericordioso e pietoso, ricco di amore e di fedeltà (cfr Es 3,14-15; 34,6). Dio non muta, Egli è Amore da sempre e per sempre. E’ in Se stesso Comunione, Unità nella Trinità, ed ogni sua opera e parola mira alla comunione. L’incarnazione è il culmine della creazione. Quando nel grembo di Maria, per la volontà del Padre e l’azione dello Spirito Santo, si formò Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, il creato raggiunse il suo vertice. Il principio ordinatore dell’universo, il Logos, incominciava ad esistere nel mondo, in un tempo e in uno spazio.

"Il Verbo si fece carne". La luce di questa verità si manifesta a chi la accoglie con fede, perché è un mistero d’amore. Solo quanti si aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale. Così fu nella notte di Betlemme, e così è anche oggi. L’incarnazione del Figlio di Dio è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa. Nella notte del mondo si accende una luce nuova, che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi attende il Salvatore. Se la verità fosse solo una formula matematica, in un certo senso si imporrebbe da sé. Se invece la Verità è Amore, domanda la fede, il "sì" del nostro cuore.

E che cosa cerca, in effetti, il nostro cuore, se non una Verità che sia Amore? La cerca il bambino, con le sue domande, così disarmanti e stimolanti; la cerca il giovane, bisognoso di trovare il senso profondo della propria vita; la cercano l’uomo e la donna nella loro maturità, per guidare e sostenere l’impegno nella famiglia e nel lavoro; la cerca la persona anziana, per dare compimento all’esistenza terrena.

"Il Verbo si fece carne". L’annuncio del Natale è luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell’umanità. L’"Emmanuele", Dio-con-noi, è venuto come Re di giustizia e di pace. Il suo Regno – lo sappiamo – non è di questo mondo, eppure è più importante di tutti i regni di questo mondo. E’ come il lievito dell’umanità: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia. Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia è un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni. E’ motivo di speranza per tutti coloro la cui dignità è offesa e violata, perché Colui che è nato a Betlemme è venuto a liberare l’uomo dalla radice di ogni schiavitù.

La luce del Natale risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L’annuncio consolante della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse. Ciò avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera. Così pure non vengano dimenticati coloro che in Colombia ed in Venezuela, ma anche in Guatemala e in Costa Rica, hanno subito le recenti calamità naturali.

La nascita del Salvatore apra prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d’Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana.

La celebrazione della nascita del Redentore rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale, affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza. L’amore del "Dio con noi" doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti. Cari fratelli e sorelle, "il Verbo si fece carne", è venuto ad abitare in mezzo a noi, è l’Emmanuele, il Dio che si è fatto a noi vicino. Contempliamo insieme questo grande mistero di amore, lasciamoci illuminare il cuore dalla luce che brilla nella grotta di Betlemme! Buon Natale a tutti!

3 commenti:

  1. Pubblico questa poesia su gentile concessione dell'autore.
    Inno per Alife
    (nostalgie Alifane)

    Oh!mio caro paese nativo
    nei ricordi sei sempre vivo!
    Fosti la culla dei primi sogni:
    rosee chimere dei remoti giorni!
    Ricorrono liete le sacre feste,
    da te lontano mi sento più triste,
    ma se amaro e il rimpianto,
    dolce rimembro il tuo incanto!

    Questo inno nostalgico d'amore,
    dedico a te con tutto il cuore.
    Oh! Alife,mia amata città,
    da Te tornerei per l'eternità;
    a riveder le colline ridenti
    coronati le tue valli verdi;
    risentir sul viale Stazione,
    corali serenate di passione;
    versi di grilli le sere d'estate;
    a Natale zampogne intonate.

    Oh!Alife grande terra di storia,
    di vicende epiche serbi gloria:
    del Sannio baluardo antico
    contro Roma un ardito nemico.
    E Ti adorna la cinta di mura
    per assedi già difesa sicura!
    Per sette volte distrutta o vinta,
    risorgesti forte ed incruenta.

    Oh.Alife,or rinomata città,
    sei stata maestra di civiltà;
    ricco di musei e di reperti:
    d'insigne arte tesori scoperti.
    Tuttora tra ruderi interrate
    si ricercano opere pregiate.
    Pur lasciata dai figli matesini,
    resti madre di popoli vicini.

    Oh!meraviglioso paese mio,
    si mirava dal ponte il tuo rio:
    il Torano a cascata cadeva
    al chiarore lunare risplendeva!
    Di fronte un albero piangente,
    ci sembrava in veglia dolente
    al Monumento dei sacri caduti:
    Eroi per la Patria vissuti!

    Oh!Alife,religiosa città,
    sei esempio di umiltà!
    Superba è la tua cattedrale
    cui a San Sisto brilla il frontale;
    vanti torri alte e maestose,
    piazze con fontane sontuose!
    La tua gente gentile,fiera
    ancora è semplice e sincera.

    E soave torna la notte santa;
    si guarda il presepe e si canta;
    si bacia con fede il bambino;
    si invoca l'aiuto divino:
    per la nostra Alife prosperità
    e con giustizia e fraternità
    e per l'Italia salda unità
    con il progresso,pace e libertà.


    L'autore
    Ennio Isabella

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  2. Questo avvicinamento culturale con Isabella è un po' sospettoso!

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  3. Lancio un appello al popolo della sinistra vi prego datevi una mossa a buttare a mare certi discorsi, certi personaggi...e certe logiche tipiche del p.d. che ritrovo anche a livello locale... Leggo sul sito del sole 24ore che "grazie" al federalismo fiscale i comuni, soprattutto quelli del sud, avranno dei tagli pari a circa 445 mln di € in pratica la morte per i piccoli comuni del sud... saranno a rischio i servizi minimi ed anche il pagamento degli stipendi per i dipendenti comunali per quei comuni che non avranno i conti in ordine... Perciò cari politici del p.d. Vi prego non costringeteci a votare per l'ennesima volta quel leghista del berlusca ...Vi supplico, per una volta... fate le persone serie...siate credibili... ascoltate la gente e non chiudetevi nelle segreterie di partito... Savino 

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