venerdì 7 maggio 2010

Good morning, Alife

Amici miei, vicini e lontani: buongiorno!

Per ancora una volta, torno a parlare della vendita del Patrimonio comunale. Lo faccio per informare che stamattina ho consegnato al protocollo del Comune una Lettera in cui faccio richiesta di procedere ad annullare “in autotutela” la contestata delibera del Consiglio Comunale del 30 aprile 2010.
L’autotutela è una possibilità che consente di auto-annullare un provvedimento da parte dello stesso ufficio o pubblica amministrazione che lo ha emesso. Nel nostro caso, dunque, chiedo al Consiglio comunale di annullare la Delibera sul Bilancio di previsione 2010 (e quindi anche la vendita dei beni immobili) che è stata votata il 30 aprile.
La Lettera è indirizzata al Signor Sindaco F.F., al Signor Segretario, al Signor Revisore dei Conti e ai Signori Consiglieri Comunali (a questi ultimi sto provvedendo personalmente a consegnarne copia).

Il mio augurio (lo stesso che mi sono fatto in Consiglio comunale) è che questa richiesta venga letta come un segnale di apertura alla collaborazione tra “tutti” i Gruppi del Consiglio comunale. Una collaborazione che serve specialmente su certe decisioni e nelle sorti che sono toccate a questa Amministrazione. Una collaborazione che serve cioè su quelle decisioni che vanno al di là dell’ordinaria amministrazione. E la vendita del patrimonio comunale non è certo un atto che si fa tutti i giorni o tutti gli anni: non è ordinaria, ma straordinaria amministrazione.
La mia richiesta dunque (mi rivolgo soprattutto ai colleghi Consiglieri) vi prego di non leggerla come un atto di ostruzionismo o un atteggiamento di mera opposizione.

La vendita dei beni immobili come è stata impostata nel Bilancio 2010 (mettiamo da parte gli aspetti tecnici e di legittimità) può essere facilmente eliminata e superata, trovando altrove quei 385 mila euro di ricavato: riducendo le spese, per esempio.
Il termine per approvare il bilancio è stato prorogato al 30 giugno (in altro post -
clicca qui per vedere - ho riportato il testo del decreto, per alcuni che ancora non ci credono!). Siamo in piena regola e stiamo nei termini. Non si corre il rischio, perciò, di alcun tipo di conseguenza gestionale, nemmeno dal punto di vista finanziario……..
Bastano 20 giorni (il tempo per convocare un nuovo Consiglio comunale) e tutto può essere messo a posto nel Bilancio 2010, togliendo questa benedetta Voce di vendita dei beni comunali.

Mi aspetto un accoglimento della richiesta (posso sperare?). Se ciò dovesse avvenire, se la richiesta cioè dovesse essere accolta, non sarà una vittoria di ViviAlife o di Daniele Cirioli: sarà un atto di responsabilità da parte di tutti i Consiglieri comunali.

Il Consiglio comunale è la “famiglia” di tutti alifani. Parafrasando questa metafora sul Bilancio 2010, è come se una “famiglia” avesse deciso di vendere alcuni beni (case, terreni, etc.) ereditati dai nonni e dagli avi. E’ così che ci comportiamo nelle nostre reali famiglie anagrafiche? Non è piuttosto vero il contrario e, infatti, cerchiamo di lasciare più “beni” ai nostri figli? E allora: perché sul Comune vogliamo prendere decisioni in maniera diversa da come le prendiamo nelle nostre famiglie?

Buona giornata.

Ciao, Daniele.

Ecco il testo della Lettera (protocollo n. 5190 del 7 maggio 2010).

Al Signor Sindaco F.F.
del Comune di Alife (CE)

Al Signor Segretario
del Comune di Alife (CE)

Al Signor Revisore dei Conti
del Comune di Alife (CE)

Ai Signori Consiglieri Comunali
del Comune di Alife (CE)

Oggetto: Richiesta annullamento in autotutela della Delibera del Consiglio Comunale del 30 aprile 2010 relativa al Bilancio di previsione per l’anno 2010


Il sottoscritto Daniele Cirioli, in qualità ed esercizio delle funzioni di Consigliere comunale del Comune di Alife, espone quanto segue.

In data 30 aprile u.s. si è tenuto Consiglio comunale per esame e approvazione del Bilancio di previsione dell’anno 2010, giusta la convocazione di cui alla nota protocollo n. 4572 del 22 aprile 2010 del Comune di Alife. Il Consiglio comunale ha deliberato di approvare il suddetto Bilancio con i voti favorevoli del Gruppo Toro per Alife e con i voti contrari del Gruppo ViviAlife e del Gruppo Leali per Alife.
Il sottoscritto è intervenuto durante la seduta per chiedere il rinvio della trattazione dell’argomento, ai sensi dell’articolo 43 (questione sospensiva) del vigente Regolamento del Consiglio comunale. I motivi della richiesta di rinvio – oltreché di carattere politico e sociale – riguardavano aspetti tecnici e di legittimità amministrativa della deliberazione che si andava ad approvare; motivi attinenti tutti, nello specifico, alla vendita di beni immobili del Comune. Eccoli nel dettaglio.

  1. Il sottoscritto rilevava l’incompleta predisposizione degli atti e dei documenti allegati al Bilancio, tra cui: il prospetto contenente le previsioni annuali e pluriennali di competenza mista degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno; la tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale; la tabella dei parametri gestionali con andamento triennale; la Relazione previsionale e programmatica; il “Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari”.
    Quindi osservava che l’eventuale deliberazione (cosa di fatto poi avvenuta) poteva risultare inficiata di legittimità, in quanto la previsione del rispetto della documentazione da allegarsi al Bilancio di previsione è un adempimento inderogabile prescritto dal Testo unico degli enti locali (Tuel).
  2. Il sottoscritto faceva notare che la mancanza del “Piano delle alienazioni” era (e resta) capace di inficiare la voce di entrata del Bilancio di previsione registrata al Titolo IV per un importo pari a 385 mila euro, ragione per cui il Bilancio stesso non poteva essere approvato in quanto non in equilibrio (carenza del pareggio tra le entrate e le uscite finanziarie).
  3. Relativamente alla Deliberazione della Giunta comunale n. 28 del 1° aprile 2010 – compresa tra la documentazione allegata al Bilancio di previsione per il 2010 – il sottoscritto rilevava come la stessa approvasse una «“bozza” di Regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare» e una «“bozza” di Elenco ricognitivo dei beni suscettibili di essere inseriti nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari allegato al Bilancio di previsione 2010». Quindi osservava che la predetta Delibera confermasse l’assenza, tra la documentazione allegata al Bilancio di previsione, del Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni. Ciò sulla base del fatto che la Delibera in questione approva soltanto una “bozza di elenco di beni immobili” che possono essere inseriti nel Piano di alienazioni, ossia dà atto della decisione della Giunta comunale di voler vendere beni immobili comunali ed individua pure quei beni che possono essere venduti o valorizzati. Tuttavia, per poter effettivamente essere venduti o valorizzati, era (e resta) necessario altresì che i beni individuati dall’elenco elaborato dalla Giunta comunale vengano inseriti in uno specifico “Piano delle alienazioni” da allegare al Bilancio di previsione (nel Piano delle alienazioni – non allegato al Bilancio di previsione – possono finirci tutti, uno, più di uno o nessuno dei beni immobili individuati dalla Giunta comunale).
  4. Sempre in riferimento alla Delibera della Giunta comunale n. 28 il sottoscritto sollevava inoltre un’eccezione di incompetenza per il Consiglio comunale. La predetta Delibera approva due atti: una «bozza di Regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare» e una «bozza di Elenco ricognitivo dei beni suscettibili di essere inseriti nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari». Il sottoscritto sollevava eccezione di incompetenza relativamente all’“Elenco ricognitivo”, in quanto a norma del Tuel (e dell’articolo 58 del dl n. 112/2008), il Consiglio comunale ha competenza solo ed esclusivamente sulla “regolamentazione” della vendita dei beni immobili comunali; sull’individuazione specifica dei beni immobili da vendere, invece, la competenza è esclusivamente della Giunta comunale.
  5. Il sottoscritto, mediante ricorso ad alcune domande, rilevava ulteriori carenze in ordine alla procedura (e decisione) di vendita dei beni immobili comunali. In particolare, notando che queste informazioni non erano presenti nella Relazione, chiedeva: 1) se la Giunta comunale, nel momento di individuare i beni immobili da vendere (Delibera n. 28/2010), avesse esperito tutte le procedure di valutazione circa la convenienza ed opportunità della dismissione; 2) se la Giunta comunale, nel momento di individuare i beni immobili da vendere (Delibera n. 28/2010), avesse esplicitato le ragioni di tale scelta; 3) se la Giunta comunale, nel momento di individuare i beni immobili da vendere (Delibera n. 28/2010), avesse individuato l’impiego delle risorse finanziarie ricavate dalla dismissione del patrimonio comunale.

Il sottoscritto ritiene che i predetti motivi siano sufficienti per invalidare la Delibera del Consiglio comunale del 30 aprile 2010. Sulla base di tanto, quindi, chiede di procedere all’annullamento in autotutela. Fa presente altresì che, essendo stato ulteriormente prorogato il termine di approvazione del Bilancio di previsione per il 2010 al prossimo 30 giugno, ci sarebbe a disposizione il tempo utile per annullare la Delibera e per ripresentarla in Consiglio comunale, nel pieno rispetto dei termini di Legge, tenendo conto delle osservazioni suindicate.

Il sottoscritto, infine, si dichiara a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, riservandosi in ogni caso la facoltà di adire gli Organi superiori utilizzando gli strumenti giuridici messi a disposizione dal vigente ordinamento.

Sicuro di una pronta accoglienza della presente, porge molti distinti saluti.

Alife lì, 7 maggio 2010

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