mercoledì 10 febbraio 2010

Good morning, Alife

Amici miei, vicini e lontani: buongiorno!

Ieri mattina, martedì, c’è stato il mercato ad Alife…. il solito mercato! Dovendomi recare nella vicina Piedimonte Matese, ho preso l’auto (risiedo in piazza Vescovado) e con qualche difficoltà sono riuscito ad incamminarmi verso piazza Termini e, quindi, per via Trutta. Tutto bene fino a quando sono uscito da Porta Piedimonte. Come ho messo il muso (dell’auto) fuori dalla Porta….. mamma mia! E che spettacolo desolante! Guardo a destra…mi giro verso sinistra…scruto davanti…. e che spettacolo Signori miei!

Ma Alife (e gli alifani) merita veramente una punizione tale?
Ho sbrigato le mie pratiche a Piedimonte e sono rientrato a casa. Sorpresa! Il passaggio davanti al cancello che dà al giardino di casa era stato occupato da una ‘bancarella’. Pazienza, mi son detto! E’ gente che sta lavorando! Perciò ho parcheggiato altrove (con tante difficoltà per trovare un posticino vuoto).

Appena rientrato in casa avevo bisogno di sfogarmi!
Allora mi sono seduto dietro alla scrivania e mi sono lamentato con un caro amico, scrivendogli una lettera.

Caro Professore,
ne è passato di tempo (almeno 20 anni) da quando si viaggiava insieme per Cassino. Tu per motivi di lavoro, io per motivi di studio; ed io approfittavo della tua gentilezza nell’offrirmi un passaggio per recarmi a frequentare i corsi di economia e diritto all’Università. Ne è passato di tempo, ma stamattina quei momenti, quei viaggi in macchina mi sono tornati improvvisamente vivi nella memoria. Ricordi? Si viaggiava in Ritmo; un giorno ci siamo persi un tergicristallo e siamo stati costretti a fare rotta verso un’officina per rimettere a posto l’auto….

Ho capito anche il perché di questo improvviso tuffo nel passato: è stata un’immagine, un quadro che improvvisamente mi si è presentato davanti agli occhi ad aver dato nuovamente vigore a quei viaggi-studio di tanto tempo fa: è il quadro di un’Alife deturpata, imbruttita e sfigurata negli aspetti a te più cari: i tesori archeologici.

La mattina ti aspettavo nei pressi del Mausoleo. L’andata si viaggiava in autostrada, il ritorno per la Casilina. Ciò che accomunava i due percorsi erano le lunghe chiacchierate sulla grandezza storica di Alife; non esistevano altri argomenti: sempre e solo a parlare di Alife! Per me, dunque, quei viaggi erano un’occasione per apprendere, per imparare, per far tesoro delle tante potenzialità possedute dal nostro paese che io nemmeno immaginavo: la storia di Alife, le sue innumerevoli testimonianze viventi, le mura, l’anfiteatro, il criptoportico, etc. etc. Lezioni di storia che recepivo così gratuitamente da te; ma soprattutto mi colpiva la tua testimonianza da vero e verace Alifano, orgoglioso di appartenere alla nostra terra: un sentimento che non sei mai riuscito a mascherare, se non per altro per la vivacità del tono che assumeva la tua voce quando elencavi e illustravi i tesori nascosti di una civiltà (la nostra) che fu.


Ne è passato di tempo. E in questo trascorso – grazie soprattutto al tuo instancabile impegno e al tuo incommensurabile amore per la nostra Città – qualcosa si è mosso: alcune ricchezze storiche hanno visto la luce. E’ stata una tua scommessa (me lo dicevi 20 anni fa): bravo! L’hai vinta!
Ahimè, però, caro Professore, adesso le cose si stanno mettendo male. E peggio vedo il futuro per i tuoi sforzi e gli sforzi degli alifani: nel nostro Paese, infatti, l’attenzione per le ricchezze storiche sembra essere stata abbandonata e riposta in soffitta! Dio ce ne scampi!, ma purtroppo la situazione è seria: ed arrivo, così, al perché di questa lettera.

Ieri mattina mi è capitato di trovarmi nei pressi di Porta Piedimonte. Era martedì e, quindi, ad Alife c’era il mercato settimanale. Come già saprai, ora la circonvallazione che va dalla caserma dei carabinieri fino a Porta Roma è stata individuata dal Sindaco come zona destinata al mercato settimanale. Uscendo da Porta Piedimonte mi si è presentato uno spettacolo agghiacciante: filari di bancarelle, a destra e a sinistra, che si snodavano per le strade adiacenti alle storiche e ancora rigogliose Mura romane. Che spettacolo, caro Professore! Camion e tendoni a ridosso delle Mura (e speriamo che a qualcuno non venga idea di piantonare qualche chiodo per reggere meglio gli ombrelloni!). Il parcheggio ha perso la sua naturale connotazione (appunto di parcheggio) ed è diventato anch’esso una zona mercato. Le macchine, invece, vengono fatte parcheggiare per strada …. Come ciliegina sulla torta, caro Professore, vicino alla SS. Croce hanno messo due WC chimici!
Pensa a tutto questo che ti ho detto e immagina ora di vedere la scena animata, provenendo da Piedimonte: è uno spettacolo spaventoso, orrendo e soprattutto deludente! Addio ricchezze storiche! Addio bellezze antiche! Mura trasformate a pois, di mille colori….una babele, insomma!

I tuoi sforzi e le tue idee, caro Professore, sono durate il breve spazio di una campagna elettorale. Nei comizi ci avevi promesso ancora attenzione e cura per le ricchezze storiche del nostro Paese: e ora? Ora il Sindaco ha abiurato tutto!

E dire che solo qualche mese fa, il Primo Cittadino si è fregiato dell’onore di presentare i nostri tesori alla “Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico”: bella dimostrazione di coerenza, accidenti!
In quell’occasione ha fatto stampare un opuscolo informativo su Alife e ci ha messo una sua breve presentazione. Sai cosa ha scritto? Te lo dico: “è per me (il Sindaco, ndr) motivo di grande orgoglio e infinita soddisfazione poter esporre e mostrare tali tesori in un contesto così importante (….) di Paestum, con l’augurio più vivo che possa fin da ora iniziare un’epoca di rilancio turistico ed economico di tutta la Comunità che io rappresento”. Certo se è questo il modo di rilanciare la Comunità….non ci resta che incrociare le dita! Addio ricchezze storiche! Addio bellezze antiche! Addio futuro per i nostri figli!

Tutto qua, caro Professore.
Scusami per la lungaggine e perdonami lo sfogo: ne avevo proprio bisogno.
Ti saluto affettuosamente e ti abbraccio.
Con la stima di sempre, Daniele.


L'ho letta e riletta, la lettera.
Poi, con stizza, l'ho accartocciata tra le mani e... via!
Adesso è sepolta nel cestino delle cartacce!

Buona giornata.
Ciao, Daniele.

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