Daniele Martino
giovedì 8 marzo 2012
Trecento parole
La vicenda delle manifesta volontà di Bergamin di rimettere
il mandato di Capogruppo di Maggioranza legata ai compensi e al conto dell’ex
Portavoce del Comune – così come pubblicato sul web – ci offre la possibilità
di fare qualche riflessione sul ruolo che possono giocare i mass media nel
diffondere le notizie e nel gioco democratico. Qualche settimana fa vi è stata
una polemica legata al ruolo etico che devono avere i mass media; quest’ultime
due vicende ci sembrano molto collegate. I blog, come i giornali, le radio, le
tv, e gli strumenti tutti che ci offre oggi il mondo della comunicazione, hanno
una qualche responsabilità nella diffusione delle notizie? Strumenti “liberi” o
tenuti al rispetto, ancorché formale, per il compito a cui sono chiamati? Di
sicuro portare alla luce una notizia è un grande vanto per un organo di
comunicazione, anche se locale. Scoprire
una novità che nessuno ha mai detto è a maggior ragione un’eclatante
manifestazione di capacità giornalistico-investigativa. Il contrario sarebbe il
buco, come si dice in gergo giornalistico, bucare la notizia. Pertanto chi
scova fatti, notizie nuove è senz’altro bravo e merita un plauso. Ora però quanto raccontato sull’ex Portavoce del
comune di Alife non è nulla di nuovo, non ha nulla a che fare con un’inchiesta
e non ci sembra neanche rispettosa della Persona, che sembra essere messa solo
alla gogna. È evidente che c’è qualcosa di personale nei rapporti tra l’Autore
del pezzo pubblicato sul blog e l’ex Portavoce di Alife. Lungi dal difendere
chi ha avuto compiti istituzionali per conto delle passate amministrazioni
alifane, – se vorrà difendersi potrà farlo nei luoghi preposti –, a noi sembra
di essere stati i primi a segnalare pure attraverso la carta stampata anche
quell’aspetto di mala amministrazione del Comune di Alife già nel 2008. Infatti
parlammo di ben cinque esempi di quello che rappresentava uno spaccato delle
vicende amministrative alifane. La situazione del Portavoce, la situazione
delle lampade votive del Cimitero, la situazione di un Funzionario che si auto-regalava
50mila euro in un solo anno, la situazione del Supermarket dove venivano
comprate le famose banane, senza poi dimenticare i giochetti fatti con i
residui (debiti e crediti) iscritti a Bilancio. Sono tutte vicende, oggi, ben
note all’opinione pubblica; e non solo. Infatti, solo grazie al rapporto
formulato da Gruppo di Minoranza ViviAlife (oggi confluito in Insieme per
Alife) del 29 dicembre 2009 e poi fatto proseguire alla Corte dei Conti, la Magistratura
contabile sta vagliando i casi e si è in attesa di un pronunciamento. La stessa
da sola probabilmente non avrebbe intrapreso mai un’iniziativa di trasparenza
sul Comune di Alife, così come non lo hanno fatto i Revisori dei Conti che si
sono succeduti e che, invece, avrebbero dovuto controllare, come da loro compito istituzionale. Finché non
si affrontò la situazione “Rendiconto 2008” in quel famoso Consiglio Comunale,
nessuno aveva osato prendere carte, diffondere notizie intraprendere denunce o
altro. Nessuno, neanche chi maggiormente preposto ai controlli contabili era
stato fino ad allora avveduto e lungimirante per accorgersi che dietro un
apparente giusta contabilità si nascondeva qualcosa di apparentemente sospetto.
Allora ci piacerebbe che oltre il già noto, almeno quei cinque fatti citati, si
vada più avanti, si scopra altro, si facciano inchieste, si scovino fatti e si
analizzino in tutti gli aspetti e si diffondano tante altre notizie di cattiva
amministrazione, anche di quella attuale. Perché se
saremo noi a portare ancora una volta fatti nuovi sulla scena, lo faremo sempre
con lo stile che risponde a questa domanda: qual è la notizia, come si è svolto
il fatto, quali ricadute ha sull’Amministrazione e sulla Cittadinanza? Non
quindi mortificare la Persona, ma raccontare i fatti senza nasconderne la
verità. Allora lo scoop non è l’aver pubblicato il “conto” intestato al
Portavoce. Questo ci era già noto quando sostenevamo che ad Alife le notizie
erano state pagate due volte: prima con il compenso al Portavoce del Comune
(che diffonde le notizie dell’Ente); poi comprando i giornali dove lo stesso
scrive. Per chiudere la querelle, a chi ci accusa di non dire qualcosa di
politico, ecco la risposta: noi qualcosa di politico lo abbiamo detto, lo
abbiamo fatto costruendo un programma preelettorale credibile e attuabile. Nei Consigli
comunali presentiamo proposte che vengono approvate anche dalla Maggioranza e
nei rapporti personali con gli esponenti della Maggioranza abbiamo mostrato
disponibilità e sostegno ad un iniziale volontà di cambiare rotta all’amministrazione
di Alife. Soprattutto vogliamo che Alife riscopra la sua identità,
quella a cui neanche quest’Amministrazione è attenta, troppo presa da
vicissitudini interne.
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