giovedì 8 marzo 2012

Trecento parole

La vicenda delle manifesta volontà di Bergamin di rimettere il mandato di Capogruppo di Maggioranza legata ai compensi e al conto dell’ex Portavoce del Comune – così come pubblicato sul web – ci offre la possibilità di fare qualche riflessione sul ruolo che possono giocare i mass media nel diffondere le notizie e nel gioco democratico. Qualche settimana fa vi è stata una polemica legata al ruolo etico che devono avere i mass media; quest’ultime due vicende ci sembrano molto collegate. I blog, come i giornali, le radio, le tv, e gli strumenti tutti che ci offre oggi il mondo della comunicazione, hanno una qualche responsabilità nella diffusione delle notizie? Strumenti “liberi” o tenuti al rispetto, ancorché formale, per il compito a cui sono chiamati? Di sicuro portare alla luce una notizia è un grande vanto per un organo di comunicazione,  anche se locale. Scoprire una novità che nessuno ha mai detto è a maggior ragione un’eclatante manifestazione di capacità giornalistico-investigativa. Il contrario sarebbe il buco, come si dice in gergo giornalistico, bucare la notizia. Pertanto chi scova fatti, notizie nuove è senz’altro bravo e merita un plauso. Ora però quanto raccontato sull’ex Portavoce del comune di Alife non è nulla di nuovo, non ha nulla a che fare con un’inchiesta e non ci sembra neanche rispettosa della Persona, che sembra essere messa solo alla gogna. È evidente che c’è qualcosa di personale nei rapporti tra l’Autore del pezzo pubblicato sul blog e l’ex Portavoce di Alife. Lungi dal difendere chi ha avuto compiti istituzionali per conto delle passate amministrazioni alifane, – se vorrà difendersi potrà farlo nei luoghi preposti –, a noi sembra di essere stati i primi a segnalare pure attraverso la carta stampata anche quell’aspetto di mala amministrazione del Comune di Alife già nel 2008. Infatti parlammo di ben cinque esempi di quello che rappresentava uno spaccato delle vicende amministrative alifane. La situazione del Portavoce, la situazione delle lampade votive del Cimitero, la situazione di un Funzionario che si auto-regalava 50mila euro in un solo anno, la situazione del Supermarket dove venivano comprate le famose banane, senza poi dimenticare i giochetti fatti con i residui (debiti e crediti) iscritti a Bilancio. Sono tutte vicende, oggi, ben note all’opinione pubblica; e non solo. Infatti, solo grazie al rapporto formulato da Gruppo di Minoranza ViviAlife (oggi confluito in Insieme per Alife) del 29 dicembre 2009 e poi fatto proseguire alla Corte dei Conti, la Magistratura contabile sta vagliando i casi e si è in attesa di un pronunciamento. La stessa da sola probabilmente non avrebbe intrapreso mai un’iniziativa di trasparenza sul Comune di Alife, così come non lo hanno fatto i Revisori dei Conti che si sono succeduti e che, invece, avrebbero dovuto controllare,  come da loro compito istituzionale. Finché non si affrontò la situazione “Rendiconto 2008” in quel famoso Consiglio Comunale, nessuno aveva osato prendere carte, diffondere notizie intraprendere denunce o altro. Nessuno, neanche chi maggiormente preposto ai controlli contabili era stato fino ad allora avveduto e lungimirante per accorgersi che dietro un apparente giusta contabilità si nascondeva qualcosa di apparentemente sospetto. Allora ci piacerebbe che oltre il già noto, almeno quei cinque fatti citati, si vada più avanti, si scopra altro, si facciano inchieste, si scovino fatti e si analizzino in tutti gli aspetti e si diffondano tante altre notizie di cattiva amministrazione, anche di quella attuale. Perché se saremo noi a portare ancora una volta fatti nuovi sulla scena, lo faremo sempre con lo stile che risponde a questa domanda: qual è la notizia, come si è svolto il fatto, quali ricadute ha sull’Amministrazione e sulla Cittadinanza? Non quindi mortificare la Persona, ma raccontare i fatti senza nasconderne la verità. Allora lo scoop non è l’aver pubblicato il “conto” intestato al Portavoce. Questo ci era già noto quando sostenevamo che ad Alife le notizie erano state pagate due volte: prima con il compenso al Portavoce del Comune (che diffonde le notizie dell’Ente); poi comprando i giornali dove lo stesso scrive. Per chiudere la querelle, a chi ci accusa di non dire qualcosa di politico, ecco la risposta: noi qualcosa di politico lo abbiamo detto, lo abbiamo fatto costruendo un programma preelettorale credibile e attuabile. Nei Consigli comunali presentiamo proposte che vengono approvate anche dalla Maggioranza e nei rapporti personali con gli esponenti della Maggioranza abbiamo mostrato disponibilità e sostegno ad un iniziale volontà di cambiare rotta all’amministrazione di Alife. Soprattutto vogliamo che Alife riscopra la sua identità, quella a cui neanche quest’Amministrazione è attenta, troppo presa da vicissitudini interne.
Daniele Martino

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