L’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura
contabile campana, la Corte
dei Conti sezione di Napoli, ci fa fare qualche considerazione sull’azione
amministrativa della politica locale e sul suo modo di amministrare e su quale
ruolo può giocare l’opinione pubblica correttamente informata dai mass media.
La relazione del presidente Santoro e quella del procuratore Cottone hanno messo in luce una realtà sempre più
urgente da risanare: l’amministrazione pubblica, cioè la nostra vita da
cittadini. Non mancano novità positive, ma il quadro che ne esce è pressoché
desolante. Come ha detto il procuratore Cottone, nel concludere la sua
relazione, «Dobbiamo
invertire la marcia dell’illegalità e contrastarla con la riscoperta di una più
meditata etica pubblica». Secondo Cottone, le singole vicende debbono emergere
e trovare il loro giudice. «Tale giudice è, a mio avviso-dice Cottone-, solo
l’opinione pubblica che, con una corretta informazione, può trovare i giusti
toni per indignarsi e fare mutare i comportamenti.». Allora perché non provare
a fare una riflessione, a guardare la nostra realtà con un occhio più attento,
più vigile e più distante da situazioni personali, da coinvolgimenti familiari
o di convenienze di breve durata? Ad ogni paragrafo, capitoletto o parte di
entrambi le relazioni (cliccate sotto per leggerle),
possiamo domandarci: cosa significa questo per Alife? Come si muove la nostra
amministrazione? I nostri uffici comunali ottemperano i compiti a cui sono
demandati? I nostri consiglieri comunali, sia di maggioranza che di
opposizione, svolgono il loro compito nel rispetto del mandato? Alla fine
ognuno potrà farsi un quadro sulla situazione alifana, potrà dire di sentirsi
sostanzialmente tranquillo o seriamente preoccupato. L’importabte è prendere
parte ad una discussione, ad una provocazione, a tanti interrogativi che la Corte dei conti pone a noi
cittadini,a volte volenterosi di cambiamento, a volte poco coraggiosi e chiusi
nei nostri egoismi.
Daniele Martino
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