Ieri sera si è svolto il Consiglio Comunale per l'approvazione della ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e della salvaguardia degli equilibri di bilancio per l'esercizio 2010.
Riporto l'intervento che ho letto in assemblea e fatto allegare al Verbale di seduta.
Colleghi Consiglieri,
ci troviamo stasera ad approvare i Provvedimenti per il riequilibrio del Bilancio di previsione 2010. Un provvedimento appunto come ho detto; non una formalità. Ho visto la proposta di deliberazione: vi chiedo, colleghi Consiglieri, di non votarla, di bocciarla.
In questo trascorso amministrativo, mi sono spesso avvalso dello strumento della “questione sospensiva” disciplinata all’articolo 43 del nostro Regolamento del Consiglio comunale. Questa sera voglio fare diversamente. Non voglio appellarmi ancora a questo strumento, anche se motivi e ragione ce ne sono a sufficienza. Voglio travalicare la prassi dei colletti bianchi per chiedere personalmente, a ciascuno di Voi, sia di maggioranza che di minoranza, di votare la proposta di delibera assumendosi la responsabilità davanti ai cittadini. Perdonatemi se sono un po’ pungente: Vi chiedo di votare nel rispetto degli alifani e per salvaguardare gli interessi della nostra collettività. Guariamoci negli occhi e siamo seri e schietti almeno per una volta: il nostro Paese è seriamente in sofferenza. Ciascuno di noi ha il dovere di tentare – dico: solamente provare a – risollevare le sorti di questa Città. C’è una frase, non mia, che vado ripetendo da tempo, con un valore di verità inconfutabile. Dice più o meno così: oggi non è la politica che fa il bilancio, ma il bilancio a fare la politica. Vuol significare che, se un tempo la politica poteva decidere quanti soldi spendere per la collettività (ricordate tutti il noto detto: “tanto paga Pantalone!”), adesso sono i soldi (cioè le tasse che paghiamo) a decidere se e quali iniziative prendere per la collettività. Quando poi i conti non sono a posto, allora è il disastro assoluto. L’importanza del dato contabile lo si rileva anche dalla Legge, che obbliga noi, in quanto Consiglieri del Comune, a compiere diversi atti finalizzati a garantire la regolare tenuta dei conti, ossia ciò che si dice “equilibrio” tra le entrate e le spese. E questa sera ci accingiamo a votare proprio su uno di questi provvedimenti: quello che dovrebbe garantire il pareggio tra entrate e uscite per l’anno 2010. Dunque, Vi chiedo di votare non per una questione politica o di appartenenza partitica, ma esclusivamente nel rispetto degli alifani e per salvaguardare gli interessi di Alife. E l’interesse di Alife, stasera, è quello di far chiarezza sulla reale consistenza del nostro Bilancio comunale. Vado subito a spiegarVi le ragioni a sostegno di questa mia richiesta di “voto-responsabile”. Ragioni sulle quali potete riflettere – nei limiti del breve tempo che abbiamo a disposizione prima del voto – e quindi valutare in propria scienza e coscienza come votare. Spero di essere convincente. E aggiungo di essere a disposizione per parlare ulteriormente in disparte, magari qualche Consigliere, di maggioranza o di minoranza, volesse chiedere una sospensione o addirittura il rinvio della seduta.
Le perplessità sono diverse; come pure le domande che mi accingo a rivolgere al Presidente del Consiglio Comunale e alla Responsabile pro tempore dell’Ufficio Finanziario, che – sono certo – avranno modo di chiarire in maniera più che soddisfacente ogni mio dubbio.
La prima domanda riguarda la Commissione che ha supportato il Responsabile Finanziario nella preparazione della proposta di delibera sul riequilibrio al voto di questa sera. Tra la documentazione che mi è stata consegnata, ho trovato infatti la nota protocollo n. 10639 del 17 settembre 2010 in cui si dà notizia della costituzione di una Commissione di supporto alla redazione della delibera sul riequilibrio. La Commissione è composta dal Direttore Generale e da un impiegato dell’ufficio finanziario del nostro Comune, e da un professionista (Ragioniere) che non mi risulta appartenere all’organico del nostro Comune. Queste le mie perplessità e le mie domande. Perché è stata costituita questa Commissione? Ai sensi di quale disposizione, anche Statutaria o Regolamentare, è stata costituita questa Commissione? Come è stato reclutato il Professionista esterno? Il Professionista esterno ha un contratto di collaborazione o quale altro vincolo normativo? Sono stati messi in atto tutti i procedimenti previsti dalla legge (come quello relativo agli oneri sociali), anche nel caso di prestazioni professionali rese gratuitamente? Perché i Consiglieri di minoranza – parlo almeno per il Gruppo Vivi Alife che rappresento – non sono stati informati e ascoltati né coinvolti sulla costituzione di questa Commissione? Francamente non riesco proprio a capire questo modo di amministrare. Non esistono regole, non c’è una bussola, una rotta a cui mira il navigare: tutto in ordine sparso…. La facilità con cui è stata costituita questa Commissione non corrisponde ad altrettanta semplicità con cui, a me Consigliere di minoranza, viene data la possibilità di guardare all’interno della contabilità del Comune. Perché questa differenza di trattamento? Perché Professionisti esterni possono avere accesso agli atti del Comune in maniera più veloce e accurata dei Consiglieri comunali? Ciò che più dispiace è che questo atteggiamento denota una mancanza di rispetto per gli alifani, alifani rappresentati da “persone” – perché noi siamo prima di tutto “persone” – che rivestiamo un legittimo ruolo di Consiglieri comunali, anche se di Opposizione.
Guardando alla proposta di delibera, potrei stare qui ad elencare le numerose violazioni in atti e in procedure che potrebbero inficiare la validità di questa seduta. Ma, come ho già detto, stasera voglio essere diverso. Vi risparmio perciò questo mio solito blaterale, riservandomi ovviamente la facoltà di adire successivamente le Sedi competenti per far valere il diritto e la giustizia. Mi soffermo allora su di una questione fondamentale: la proposta di deliberazione – a mio parere – non può essere approvata perché determina uno squilibrio di 740.595,16 euro. O, se volete, è di 11.769,09 euro: decidete Voi!
Sono sbiancato quando ho letto il dato degli scostamenti che viene proposto in delibera. E’ di 7.555.032,37 euro, sia in entrata che in uscita. Sette milioni e mezzo di euro…. ma capite di che cifre stiamo parlando? Sette milioni e rotti di euro, programmati e approvati il 30 aprile scorso e che ora bisogna rimangiarsi perché, in realtà, sono soldi che non potevano mai essere incassati (e quindi nemmeno spesi) dal Comune. E’ semplicemente assurdo.
Come stavo dicendo, la delibera proposta determina lo squilibrio di 740.595,16 euro o di 11.769,09 euro. Vorrei capirci su questi dati, che ora spiego meglio; intanto, chiedo chiarimenti e conforto al Presidente del Consiglio Comunale e al Responsabile del servizio Finanziario pro tempore. La cifra di squilibrio che sospetto è il risultato della discordanza tra i numeri riportati in delibera e quelli all’esame del Revisore dei conti nel parere obbligatorio. All’apparenza, sembrerebbe che i Bilanci di riferimento non siano gli stessi; ma questo possono verificarlo (a dire il vero: avrebbero già dovuto verificarlo) i rispettivi responsabili. Il prospetto “entrate” e “uscite” che ci viene proposto in deliberazione prevede, tra le entrate, la voce “contributi e trasferimenti correnti” (Titolo 2). La previsione iniziale è di 1.983.210,00 euro; gli accertamenti al 21 settembre 2010 (notate: 21 settembre, cioè 9 giorni fa non nove mesi fa) è di 587.623,32 euro; la proiezione a fine anno è per un incasso al 100%, cioè per tutti i 1.983.210,00 euro. La domanda viene spontanea: se in 9 mesi abbiamo incassato un quarto di quello che si prevedeva, perché dovremmo ipotizzare di riuscire in 4 mesi, da qui a dicembre, a incassare tutto? Ma la verità è un’altra: il “tutto” non lo possiamo incassare. Su questo dato, il Revisore dei Conti fa notare che, prendendo a base i dati ministeriali, al massimo è possibile incassare 1.242.614,84 euro. Dunque, un importo nettamente inferiore a quello proposto in deliberazione, con una differenza di 740.595,16 euro. Ora – dico io – si può essere ottimisti e sperare che a fine anno vengano incassati tutti i quasi 2 milioni di euro, ma questo ottimismo non è possibile tradurlo in numeri, né metterlo in Bilancio. Nel Bilancio ci vanno i numeri e ci vanno nella maniera in cui recita il famoso detto, cioè senza “opinioni”. Perciò, quella voce di entrata deve essere corretta a ribasso secondo le proiezioni di fonte ministeriale.
Non è tutto.
C’è ancora un altro dato che appare incongruente. E’ il dato delle entrate extratributarie (Titolo 3). In proposta di delibera c’è scritta una cifra (euro 1.078.681,00), il Revisore ne indica un’altra (euro 1.066.911,91), con una differenza di euro 11.769,09. Chiedo, per favore, di capire qual è la cifra giusta: quella posta in delibera o quella riportata dal Revisore? Non credo di pretendere la “luna”, se chiedo di avere una delucidazione in merito: qual è il dato corretto? Anche in questo caso, dunque, è necessario apportare le dovute modifiche, per evitare un possibile disequilibrio. Così com’è, con il rischio di indicare e riportare una cifra sbagliata, non si può approvare la delibera.
Mi fermo qui e concludo.
Aspetto soddisfacenti risposte alle domande poste.
Grazie.
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